C’è solo una cosa peggiore della recessione: la stagnazione totale dell’economia; e indovinate un po’ quale paese sta vivendo tutti e due questi problemi contemporaneamente ?
(ripubblicazione articolo dell’8 agosto 2014)
Sì sì, siamo proprio noi.
L’Italia è tornata (sì perchè ad un certo punto ne era uscita) in recessione.
Il termine “recessione”, però, è un tecnicismo che richiede che ci siano due trimestri di fila con un PIL in calo e, per essere completamente corretti, quel -0,2% relativo al secondo trimestre (che segue il -0,1% del primo trimestre) è ancora un dato provvisorio, che difficilmente, però, diventerà positivo nelle prossime due revisioni.
Quello che ci preoccupa di più, però, è il grafico seguente:
L’indice PMI manifatturiero ha sempre funzionato piuttosto bene come indice anticipatore del PIL, nel senso che ad una crescita del PMI corrisponde normalmente un rialzo del PIL nel trimestre successivo.
Qui, invece, la nostra economia non sembra aver beneficiato (in termini di PIL) affatto del picco del PMI di gennaio (53,3 punti) e, a questo punto, cominciamo a temere che anche il picco raggiunto lo scorso maggio (54 punti) possa non avere effetti positivi sul PIL.
Il fango in cui il nostro paese è immerso sembra aver rotto i meccanismi più banali (come quello della relazione PMI-PIL) su cui si basa l’economia.
Nel caso in cui la recessione dovesse proseguire anche nel terzo trimestre, potremo dire che l’indice PMI non è uno strumento adatto per l’analisi dell’economia italiana, almeno fino a quando non saremo tornati ai livelli pre-crisi (quindi tra 10 anni ?).
Lascia un commento per primo