Per il premio Nobel per l’economia Paul Krugman, l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito non rappresenta, di per sé, il nocciolo del problema, il vero disastro sta nell’eventuale scelta monetaria che verrebbe dopo questo atto politico
(ripubblicazione articolo del 10 settembre 2014)
“Se la Scozia vuole proprio diventare uno Stato indipendente, si crei la propria moneta e abbandoni la Sterlina” questo è, in estrema sintesi, il pensiero espresso da Paul Krugman in merito alla possibile indipendenza della Scozia dalla Gran Bretagna.
Krugman teme, infatti, che uno shock in pieno “stile Eurozona” colpisca Edimburgo. È infatti ben noto che i principali sostenitori politici dell’indipendenza scozzese non hanno mai messo in dubbio l’adozione della Sterlina inglese da parte del nuovo Stato.
Krugman fa poi un discorso interessante sulla necessità di avere, nel caso dell’esistenza di una moneta comune come l’Euro, un’Europa federale:
“Se la Spagna ed altri paesi europei che hanno deciso di adottare l’euro rinunciando alla propria moneta facessero parte di un vero sistema federale, con istituzioni di governo condivise, la storia economica recente della Spagna somiglierebbe molto a quella della Florida. Entrambe le economie hanno avuto un enorme boom del settore edilizio fra il 2000 ed il 2007. Entrambe hanno visto questo boom tramutarsi in una disastrosa crisi. Entrambe hanno sofferto una depressione dovuta alla crisi. In entrambe le economie la crisi ha portato ad un crollo del gettito fiscale e ad una crescita della spesa per sussidi di disoccupazione ed altre forme di sostegno sociale.
In seguito, tuttavia, le strade delle due economie si sono separate. Nel caso della Florida, la maggior parte del peso fiscale, cresciuto dopo la crisi, non è ricaduto sul governo locale ma su Washington, che ha continuato a sostenere le spese per il welfare della Florida, così come quelle per gran parte degli aiuti ai disoccupati. Ci sono state enormi perdite sui prestiti per l’acquisto di case, e molte banche della Florida sono fallite, ma tante delle perdite sono ricadute sulle agenzie di credito federali, mentre i correntisti delle banche fallite sono stati garantiti dall’assicurazione dello Stato centrale. Si capisce, quindi, che la Florida ha ricevuto un enorme aiuto economico nel periodo più critico”
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