Un bell’articolo di Intermarket&More mostra come, oramai, si possa dire che in Italia stiamo assistendo ad una bella bolla speculativa dei nostri titoli di Stato, l’indicatore del rendistato non lascia spazio a dubbi (guest post)
(ripubblicazione articolo dell’1 luglio 2014)
Chi è più esperto (inteso con più anzianità di servizio) ricorderà sicuramente l’importanza che aveva un indice, il famigerato “Rendistato”.
Anche se oggi il Rendistato è quasi caduto in disuso, resta comunque sempre interessante prenderlo in considerazione.
Ma innanzitutto cosa è il Rendistato?
Prendendo le definizioni direttamente dal sito di Bankitalia, possiamo dire che il Rendistato è un indice che rappresenta il rendimento medio ponderato di un paniere di titoli pubblici.
Il paniere su cui si calcola il Rendistato è composto da tutti i Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) quotati sul MOT e aventi vita residua superiore ad un anno. Sono esclusi i BTP indicizzati all’inflazione dell’area euro. L’elaborazione del “Rendistato” si basa sul calcolo, effettuato per ogni giorno di contrattazione del MOT, del rendimento effettivo a scadenza dei
singoli titoli componenti il paniere.
Questo tipo di parametro è ancora utilizzato per finanziamenti, calcoli di tassi per crediti agevolati, oppure ancora come tasso massimo pagabile su un mutuo a tasso variabile.
Quindi l’indice non è più stilizzatissimo ma ha una sua valenza.
Recentemente ho letto un articolo che me lo ha fatto tornare in mente:
Valori nuovamente al minimo storico, a giugno, per il tasso di riferimento per il credito agevolato ad industria, commercio, artigianato, editoria, industria tessile e zone sinistrate del Vajont (settore industriale), la cui misura in vigore dal primo del mese si porta sul valore di 3,23% con un nuovo decremento dello 0,20% rispetto al 3,43% in vigore lo scorso mese di maggio. (…) Prosegue la tendenza alla diminuzione nell’evoluzione dei valori dei rendimenti effettivi lordi dei titoli pubblici avviatasi ormai da alcuni mesi. Il dato per aprile 2014 del Rendistato si fissa, infatti, al 2,285% con una notevole variazione in diminuzione pari allo 0,181%, rispetto al valore di 2,466% fatto segnare a marzo.
Rammentiamo che all’andamento del Rendistato è direttamente legato il valore del tasso di riferimento di cui rappresenta la componente variabile, unitamente al valore della commissione onnicomprensiva a favore degli istituti di credito che, al contrario, resta fissa per tutto l’anno. (IS24O)
Ma quanto vale oggi il Rendistato? Ed essendo una media ponderata, è valida come analisi?
In linea di massima posso solo dirvi che l’analisi grafica dello stesso diventa molto interessante.
Grafico Rendistato dal 1990-2014
Ho trasformato in grafico tutte le rilevazioni ed ecco cosa ne viene partorito. Un grafico dove il rendimento medio, dal 1990 al 2014, è pari al 4.872%. Ma oggi lo stesso indice si trova a 1.992%, ai minimi storici assoluti. Un livello mai visto, distande dalla media storica di ben 2.88%. Questo tasso inferiore al 2% è legato proprio ad un abbassamento di TUTTI i rendimenti della curva dei tassi, il che comporta una media ponderata decisamente molto poco generosa.
Che siamo all’alba di uno scenario deflattivo, questo è chiaro. Ma vedere questo grafico mi fa ulteriormente aumentare il dubbio sulla sostenibilità del trend dei titoli di Stato italiani.
Articolo tratto da “Intermarket&More“
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