La Cina vuole crescere di meno, ecco perchè

cina muraglia cinese

Che i dati sul PIL siano veri o meno, il Governo Cinese si dice preoccupato per una crescita poco stabile che rischia di danneggiare la crescita del prossimo decennio

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Il ragionamento è abbastanza sottile, un PIL in crescita non è sempre un’ottima notizia per l’economia. O meglio, nel 99% dei casi è così, ma rimane un rilevante 1% che ci pare giusto spiegarvi.

Pariamo innanzitutto dai dati, nel terzo trimestre 2013 il PIL Cinese è cresciuto del 7,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso:

Il rallentamento rispetto al passato è evidente (non penserete che la Cina possa crescere per sempre a tassi altissimi, non è vero ? Arriverà la fase di maturità anche per l’economia Cinese), ma perchè una crescita troppo alta può essere dannosa per l’economia ?
A spiegarcelo ci pensa l’analista Cinese Zhiwei Zhang di Banca Nomura:

“Manteniamo le nostre previsioni secondo le quali: la ripresa Cinese è finita nel terzo trimestre 2013, nel quarto trimestre il PIL rallenterà a +7,5% e nel 2014 passerà a +6,9%. Per quanto riguarda il PIL del quarto trimestre c’è il rischio di un rallentamento più forte rispetto alle nostre previsioni. Abbiamo già detto che la ripresa Cinese è fondamentalmente malsana, in quanto è stata guidata principalmente dall’industria pesante e va contro ai principi recentemente esposti sia dal Presidente Xi Jinping e dal Premier Li Keqiang – cioè che il Paese può tollerare un tasso di crescita più basso per assicurare una miglior qualità della crescita in futuro

Quindi i problemi sono due:

- il dato sul PIL sarebbe stato gonfiato dall’industria pesante (che, di per sé, non comporta grossi benefici diretti per le famiglie Cinesi)
– un tasso di crescita più basso per la Cina potrebbe assicurare una crescita più razionale nel futuro

Il primo punto è tecnico e non ci perderemo tempo (anche perchè non abbiamo numeri certi aggiornati sull’industria pesante Cinese), il secondo passaggio è invece molto interessante.
La Cina è la seconda economia del Mondo, il suo PIL è enorme e una crescita/decrescita di pochi centesimi del prodotto interno lordo può portare a grossi squilibri nell’economia.
Si ritiene che la crescita Cinese sia poco stabile, la Cina sta quindi ricercando la famosa stabilità che ci viene propinata ogni giorno dai nostri politicanti. La differenza tra l’Italia e la Cina ? Mentre la prima si trova in una situazione di stabile immobilismo (servirebbe un vero e proprio elettroshock per rianimare l’economia), a Pechino potrebbe effettivamente fare bene un periodo di tassi di crescita più costanti.
La ragione è semplice, in pochissimi anni siamo passati da tassi di crescita vicini al 10% a tassi prossimi al 6-7 %, questo porta pessimismo in tutto il Paese (e anche all’estero), dando l’impressione che l’età d’oro della Cina sia finita. Non è ovviamente così, l’economia Cinese ha ancora tantissimo da offrire ed è probabilmente destinata a diventare la prima economia mondiale nei prossimi decenni, ma quello che manca a Pechino ora è una stima attendibile del tasso di crescita naturale del PIL, quel tasso di crescita a cui l’economia punta nel lungo periodo.
A una domanda secca: “Qual è il tasso di crescita naturale del PIL Cinese ?” noi non sapremmo, francamente, dare una risposta certa (per l’Italia questo tasso si aggira intorno allo 0,5-0,7%). Potremmo fare una semplice media tra gli ultimi tassi di crescita, ma sarebbe poco attendibile in quanto spesso il tasso di crescita effettivo si è discostato di molto dalla media (segno evidente che il PIL Cinese è, effettivamente, troppo volatile).
Se però la Cina cominciasse a crescere constabilità del 6% ogni anno (prendendo un numero più basso di quelo attuale), con il tempo la fiducia crescerebbe e si consoliderebbe, in quanto questo +6% annuo diventerebbe un porto sicuro per tutti gli investitori (e qui non parliamo solo dei mercati finanziari, ma anche di chi decide di aprire un’azienda in Cina).
Detto questo, è abbastanza noto che un tasso di crescita troppo alto rischia di moltiplicare la disuguaglianza nella distribuzione del reddito tra le famiglie, e questo è un fattore che mina sempre la crescita di lungo periodo.

Ecco perchè un tasso di crescita più basso e più stabile potrebbe fare soltanto del bene all’economia Cinese.

 

 

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