Il premio Nobel Paul Krugman ha pubblicato di recente un post molto incisivo che ci spiega come ormai la “japanization” dell’Eurozona non sia solo possibile, ma addirittura probabile: benvenuti nell’era stagnazione economica (guest post)
(ripubblicazione articolo dell’11 giugno 2014)
Joe Weisenthal ci informa che i rendimenti dei bond spagnoli sono attualmente inferiori a quelli degli USA. Questo ci dice due cose, una buona e una cattiva. La buona notizia è che gli investitori non hanno più paura di un prossimo collasso dell’Euro, la cattiva notizia è che si aspettano che l’economia europea rimarrà depressa per un lungo periodo.
Su questo secondo punto, potete trovare gente che dice che, dato che l’Eurozona è tornata alla crescita positiva, la crisi è finita. Penso che sia utile in questo caso ricordare che la lunga stagnazione del Giappone è stata caratterizzata soprattutto da periodi di crescita dell’economia. Ed effettivamente, il Giappone ha passato più tempo a crescere a velocità superiore rispetto a quella attuale dell’Europa:
Dunque quando qualcuno mi chiede se è possibile o meno che l’Europa entri in un “decennio perduto” in pieno stile giapponese, rispondo che la vera domanda è se sia possibile che questo non accada; la ripresa, non la stagnazione, è la storia difficile da raccontare.
Articolo tratto dal blog di Paul Krugman sul New York Times
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