Lasciamo stare i discorsi sulla reale possibilità che un’epidemia di ebola possa realmente scatenarsi a livello mondiale, quello che ci interessa dimostrare oggi è che i mercati, per meccanismi non particolarmente intelligenti, si preparano a crollare con la maggiore diffusione della malattia
La speculazione finanziaria in borsa si basa soprattutto sull’idea dell’anticipazione. Viene diffusa una notizia con potenziali effetti negativi sui mercati ? I traders faranno gara a vendere per primi. La notizia è positiva ? Chi compra per primo allora è il più bravo.
Guardate un po’ che cosa è successo tra giovedì 23 e venerdì 24 ottobre a Wall Street:
Fermiamoci un attimo a riflettere.
Un medico di New York ha contratto il virus ebola… e allora ? Che impatto reale ha questa notizia sui bilanci delle aziende quotate presso l’S&P 500 ? Di fatto non ci sono conseguenze, ma quello che innesca il meccanismo di vendita è l’aspettativa e la solita mania da anticipazione.
Il meccanismo del “sell the bad news” e del “buy the good news” è talmente radicato in molti trader da essere difficile da spiegare ad una persona – magari anche molto intelligente – che non ha normalmente a che fare con i mercati finanziari.
Chi sa di finanza, invece, non sarà affatto stupito dalla reazione dei mercati mostrata nel grafico. A prescindere dal fatto che il virus ebola diventi o meno una reale minaccia per l’economia mondiale, i mercati possono crollare per un semplice allarmismo (giustificato o meno).
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