È ormai da quando Bernanke ha annunciato al mondo il tapering che il Brasile non è più riuscito a rialzare la testa, e la fiducia delle imprese è ai livelli del 2008
Ricorderete che, quando l’allora presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, annunciò al mondo che il QE non sarebbe durato per sempre, tutte le valute dei mercati emergenti crollarono per diverse settimane. Tale crisi fu causata dal fatto che, negli anni precedenti, erano proprio le economie in via di sviluppo ad aver tratto maggiore beneficio dalla crezione di nuovi dollari. Tale moneta, infatti, era stata impiegata per il finanziamento di investimenti e, in generale, aveva dato un’enorme spinta al mercato del credito.
È da quel periodo (maggio 2013) che il Brasile ha incatenato una serie di dati macro negativi:
Oltre al continuo crollo della produzione industriale, notate il collasso degli indici di fiducia delle imprese e dei consumatori, siamo ai livelli del 2008 (o peggio).
Come se non bastasse, il gigante petrolifero nazionale Petrobras si trova nel bel mezzo di uno scandalo di corruzione senza precedenti nella Storia del paese. Questo sistema di tangenti avrebbe, secondo i giudici, coinvolto quasi tutte le società operanti nel settore energetico in Brasile.
All’interno di tale contesto, l’inflazione rimane ben sopra all’obiettivo della banca centrale brasiliana:
Non sarete dunque stupiti nel vedere come la banca centrale sta cercando di arginare il fenomeno:
Fino ad un rallentamento dell’inflazione, dunque, possiamo scordarci un intervento espansivo da parte della banca centrale, e probabilmente è questo fattore che sta affossando così tanto la fiducia dei consumatori e delle imprese in Brasile.
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