L’anno appena cominciato rappresenta un punto di svolta per l’Eurozona, ma sarà da seguire anche il debutto di Janet Yellen a capo della Fed in America: ecco le nostre previsioni per l’anno nuovo
PREMESSA
Nessuno di noi possiede una palla di vetro nella quale può vedere il futuro, le nostre previsioni economico-finanziarie-politiche si basano semplicemente su intuizioni, andamento ciclico dell’economia, leggi statistiche e macroeconomiche e, per tale ragione, non sono perfette.
ITALIA
Il PIL Italiano sarà una grossa delusione nel 2014, probabilmente crescerà ma non arriverà mai a quell’1% previsto da Letta & Saccomanni, è più probabile che vedremo una crescita contenuta addirittura sotto lo 0,5%.
A proposito di Letta, il Governo cadrà per una qualunque ragione (anche poco seria) e alle elezioni vincerà probabilmente chi attaccherà di più la Germania e l’Euro: avremo un grande successo elettorale di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle, ma, come al solito, il boom dell’astensionismo sarà la cosa più evidente.
Con le elezioni, tra l’altro, Napolitano dovrebbe farsi da parte e sarà rimpiazzato da uno dei tanti Democristiani in pensione con super-vitalizio che popolano il nostro Paese.
EURO
Aspettiamo sempre l’uscita della Grecia dall’Euro (cosa che non potrà avvenire fino alle elezioni in cui il Partito Comunista o Alba Dorata dovrebbero ottenere la maggioranza relativa) ma non possiamo dire se questo avverrà nel 2014. Di certo sappiamo che arriverà il LTRO 3, quindi questo “Quantitative Easing a tempo” tornerà a farsi vedere in Europa che, andando avanti così, procederà lungo il suo cammino di disinflazione verso la deflazione.
In Grecia la deflazione è già realtà, il 2014 potrebbe essere l’anno di Spagna e Italia. Non appena questo accadrà, allora anche la BCE comincerà a fare la Federal Reserve di turno e stamperà Euro con relativa facilità (visto che, come abbiamo visto insieme, i Tedeschi non sembrano temere l’inflazione).
Dal 1 Gennaio la Presidenza Europea sarà in mano alla Grecia per un semestre, dopodiché toccherà all’Italia, un bel periodo in cui vedremo quanto Roma e Atene contino davvero poco a livello Europeo.
Il vero momento di panico per l’Euro e l’Eurozona arriverà dopo le elezioni Europee, con la facilmente prevedibile esplosione dei movimenti/partiti euroscettici.
Lo spread (che potrebbe scendere sotto ai 200 punti entro la fine dell’Inverno) tornerà a salire in quel periodo, soprattutto a causa del rialzo dei rendimenti dei titoli dei Paesi periferici dell’Eurozona (e lì vedremo cosa si inventerà Draghi per raffreddare la situazione).
USA
Siamo più che certi della validità di Janet Yellen come Presidente della Federal Reserve. Ben Bernanke non ha commesso grossi errori e, al contrario, ha mostrato prontezza di riflessi sia nel’avvio del QE nel momento più critico di deflazione per gli USA (forse qualcuno se l’è dimenticato) sia nell’exit strategy che è stata annunciata con sei mesi di anticipo per “preparare” i mercati finanziari.
Wall Street non è in bolla, ma a metà Gennaio dovrebbe arrivare una correzione importante verso il basso che creerà qualche tensione generalizzata in tutte le borse mondiali.
Sorpresa: l’inflazione in America dovrebbe ricominciare la sua risalita e, forse, anche l’Oro tornerà a crescere (ma non ne siamo affatto sicuri in quanto molto dipende da quello che succederà in Cina).
Il tasso di disoccupazione negli USA continuerà a scendere (soprattutto per effetto del calo del tasso di partecipazione al lavoro) ed il numero di occupati aumenterà con la consueta lentezza degli ultimi anni.
Il QE finirà entro la fine dell’anno, con un passo molto lento.
ASIA
Si dice che il 2014 potrebbe essere l’anno del ritorno della crisi Asiatica (un indizio importante lo abbiamo avuto qui), quello che noi osserviamo è semplicemente che il tapering sta danneggiando tantissimo i mercati emergenti Asiatici e, purtroppo, questa debolezza non sarà facile da contenere.
Una buona eccezione dovrebbe essere rappresentata dal Giappone, continuando di questo passo dovrebbe esserci il ritorno dell’inflazione con conseguente rialzo dei tassi da parte della banca centrale Giapponese entro la fine dell’anno.
Mentre Tokyo dovrebbe continuare a crescere, Pechino non smetterà di farci preoccupare. Mentre tutti noi guardiamo, giustamente, alla debolezza del mercato bancario Cinese, è bene ricordare quella clamorosa bolla immobiliare che rischia di mettere in ginocchio l’economia Cinese (anche se il Partito Comunista troverà il modo di falsificare i dati macroeconomici) e che, dunque, potrebbe far fuggire i Cinesi dal mercato del mattone.
Risultato ? In questo caso avremmo letteralmente un’esplosione verticale del prezzo dell’oro, poiché l’investimento nel metallo giallo è stato chiaramente rimpiazzato da quello nel mercato immobiliare nel 2013 in Cina.
I migliori e i peggiori del 2013:
Miglior Paese del 2013: Giappone
Dopo 20 anni di “nulla economico” il Giappone è entrato in un nuovo corso grazie all’Abenomics, che non consiste soltanto nella stampa selvaggia di Yen come qualcuno pensa, ma che sta portando importanti riforme strutturali in tutto il Paese (a partire dal sistema fiscale).
Peggior Paese del 2013: Italia
Le elezioni del 2013 hanno portato ad un fallimento elettorale del sistema dei partiti che, per risolvere il problema, hanno deciso ovviamente di spartirsi la torta. Il risultato ? Il PIL continua a non crescere e la politica mantiene la sua puzza di “vecchio e ammuffito”. Il fatto che nessuno in Parlamento si sia messo d’impegno per scrivere una nuova legge elettorale, unito al fatto che il leader del Centro Destra continui ad esercitare il proprio potere nonostante una condanna (giusta o meno, purtroppo non importa) per evasione fiscale fa apparire il nostro Paese come una barzelletta che non fa più ridere agli stranieri.
Personalità economico-politica più importante del 2013: Shinzo Abe
Dopo un primo Governo fallimentare qualche anno fa, il tanto temuto “estremista” Abe sta facendo in Giappone quello che “i buoni” in Europa non stanno facendo: rilanciare l’economia.
Personalità economico-politica peggiore del 2013: François Hollande
Semplicemente, Hollande non ne ha azzeccata una dal giorno del suo ingresso all’Eliseo. La sua politica “tutta tasse e spesa pubblica” viene fatta senza una ratio e, dunque, risulta essere controproducente per l’intera economia Francese.
Migliore società del 2013: Tesla Motors
Tutto quello che Elon Musk tocca diventa oro. Da Aprile 2013 è iniziata una gloriosa cavalcata in Borsa da parte delle azioni di Tesla che sono cresciute circa del 330% in un anno (arrivando a raggiungere una punta di +445% qualche mese fa. Il progetto delle macchine elettriche piace tanto in America, tra un Supercharger ed un Hyperloop Tesla Motors è stata sicuramente l’azienda migliore dell’anno (almeno in America).
Peggiore società del 2013: BlackBerry Limited
Mentre in molti sottolineano spesso la difficile situazione finanziaria di BlackBerry (ha chiuso il 2013 perdendo circa il 37% in Borsa), noi puntiamo di più la nostra attenzione sull’aspetto economico: BB sta perdendo il fascino che aveva fino a pochi anni fa e questo si riscontra soltanto nel medio periodo (dallo scoppio della crisi BBRY ha perso circa il 95% del suo valore a Wall Street): è tutto un problema di quote di mercato in costante declino, problema non risolvibile a causa dell’eccessivo indebitamento.
Teoricamente, BlackBerry avrebbe dovuto abbandonare Wall Street entro la fine dell’anno, ma ogni trattativa a riguardo è fallita portando ulteriori danni per la società.
Buon anno da Sokratis !
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