A Pechino il livello di polveri sottili è a dir poco insopportabile, per quanto il Governo faccia di tutto per falsare i dati e ridurre il panico, la situazione è palesemente insostenibile

“Pechino chiusa per smog”, non è lo slogan di protesta di qualche fantasioso ambientalista, ma è proprio quello che è successo nella giornata di ieri nella capitale Cinese, ecco le due breaking news di Bloomberg diffuse ieri:

• BEIJING WARNS RESIDENTS TO AVOID OUTDOOR ACTIVITIES ON SMOG
• BEIJING MONITORING CENTER REPORTS `SERIOUS’ AIR POLLUTION TODAY

Non è la prima volta che il problema si presenta e, in passato, il Partito Comunista Cinese ha trovato un modo davvero poco ortodosso per eliminare il problema; secondo voi si è preferito varare un programma serio di riduzione di emissioni di CO2 o si è deciso di innalzare la soglia limite oltre la quale è consigliato non uscire di casa per l’inquinamento ?
Dato che il Governo Cinese è lo stesso che per risolvere il momento di forte instabilità del mercato del credito nazionale dice ai giornali di smettere di usare il termine “crisi”, non dovrebbe stupirvi il fatto che in Cina hanno deciso semplicemente di innalzare la soglia massima di inquinamento (come spiega Bloomberg).

Il risultato ? Un grafico simile a quello riportato qui sotto:

Da una media di “unhealthy” (non sano) si è passati a “hazardous” (pericoloso). Notate che l’indice che rileva la quantità di PM 2.5 nell’aria è stato pari a 500 nella fase di picco, ma quello che da Pechino non ci dicono è che, in realtà, l’indice è letteralmente “uscito dal grafico”, raggiungendo un valore pari a 613 punti (ben al di sopra della soglia di pericolo serio per la salute dell’uomo, ricordando che, come detto sopra, questa soglia è stata innalzata dalla Cina oltre ai livelli stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità).

Fa anche impressione vedere gli ultimi tweet di BeijingAir:

Insomma, il modo in cui Pechino “gestisce” (rigorosamente tra virgolette) il problema dell’inquinamento è l’ennesima dimostrazione di quanto il governo della seconda potenza economica mondiale sia davvero incapace di agire nel modo giusto in fasi di emergenza, siano esse economiche, finanziarie o sanitarie.