Non è l’Ucraina a far affossare il Rublo, e non sono nemmeno le sanzioni occidentali verso Mosca: fino a quando il prezzo del petrolio continuerà a scendere, la moneta russa non smetterà di schiantarsi, settimana dopo settimana
(ripubblicazione articolo del 10 novembre 2014)
Prendendo il grafico del cambio tra Rublo e Dollaro possiamo capire quanto l’attuale crisi della valuta russa sia pesante:
Un crollo verticale paragonabile a quello della crisi del 2008 e (per ora) inferiore solo a quello registrato dopo il default di Mosca verificatosi a fine anni Novanta.
Pochi giorni fa, Kiev ha dichiarato che 32 mezzi blindati sarebbero entrati in Ucraina (fonte). La reazione dei mercati ? Il nulla totale, disinteresse completo.
C’è solo una cosa capace di affossare e far esplodere il rublo e l’economia russa, e questa ha davvero poco a che fare con Kiev:
Solo quando il petrolio si riprenderà (stiamo sempre parlando di una materia prima che, quindi, ha più di ogni altro asset diverso una tendenziale ciclicità nei prezzi), anche il Rublo rialzerà la testa, le altre cose che leggete in giro sono solo chiacchiere.
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