L’Italia non può fallire, nemmeno se lo volesse (e i mercati lo sanno)

italia elettricità luce

Questo post farà discutere, ma quello che il mercato ci ha detto negli ultimi mesi è chiarissimo: lo Stato Italiano non può dichiarare default, il sistema della moneta unica bloccherebbe ogni “tentativo di fallimento”

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Ci sono persone che, provocatoriamente, dicono che ormai per l’Italia il default è “un lusso che non possiamo permetterci” rispetto al passato. Dietro questa frase, chiaramente provocatoria, si nasconde una grande verità: piuttosto di dichiarare un piccolo default (magari sottoforma di haircut dei titoli di Stato) la BCE è pronta a fare di tutto per salvare l’Italia, anche l’impossibile.

Mettiamo bene in chiaro una cosa: se cade l’Italia, cade l’Euro. In altre parole, l’Italia non è come la Grecia, ma nemmeno la Spagna è come la Grecia. Fino a che la crisi colpisce duramente Cipro, la Slovenia, la Grecia, l’Irlanda o il Portogallo, a Francoforte non ci pensano nemmeno per un momento a mettere mano alle macchine stampa-soldi.
Quando però il problema viene da Madrid o, peggio ancora, da Roma (due famose “too big to fail”) allora il discorso cambia.

Due prove importanti di quanto sosteniamo qui arriveranno proprio nel 2014, anzi, una di queste la stiamo già vedendo:

1) Il tapering porta tanti trader e fondi di investimento a comprare titoli di Stato Italiani e Spagnoli (ve ne abbiamo parlato qui)

2) Gli effetti delle elezioni europee sui rendimenti dei nostri titoli di Stato

Il primo punto lo stiamo vedendo in questi giorni (e potrebbe durare per tutta la prima parte del 2014), nella seconda parte dell’anno, però, arriverà il bello.
Il bello lo vedremo dunque con il probabile boom elettoraledei partiti/movimenti euroscettici. Non ci riferiamo soltanto al Movimento 5 Stelle Italiano (che, tra l’altro, ha avuto qualche problema alle ultime elezioni regionali, il successo alle europee non è scontato), è molto facile prevedere un grande successo del Front National di Marine Le Pen in Francia, e il partito no-euro in Germania sta prendendo piede velocemente, la formazione della Große Koalition Tedesca potrebbe dare una spinta agli euroscettici.
C’è anche il caso del Regno Unito che, nonostante non abbia l’Euro, si trova il partito indipendentista di Nigel Farage pronto ad attaccare l’Unione Europea in ogni modo.

Insomma, non abbiamo la sfera di cristallo ma ci sono ragioni per pensare che, da Giugno, la situazione politica europea non sarà poi così “stabile” (sarà anche il momento di passaggio di testimone alla presidenza europea tra Grecia e Italia, per un buffo scherzo del destino), in quel momento, in situazioni normali, il rischio percepito sul possibile fallimento e/o uscita dall’Euro di alcuni Paesi dovrebbe salire alle stelle. Tutto questo, sempre in condizioni normali, dovrebbe riflettersi sul rendimento dei titoli di Stato di questi Paesi.
Ma non siamo in condizioni normali, per quel periodo il tapering Americano sarà super-avviato (il QE dovrebbe finire nel secondo semestre del 2014) e la BCE potrebbe aver già lanciato il suo piano di liquidità LTRO 3. La combinazione di questi fattori potrebbe, di fatto, scavalcare la crisi politica che si avrebbe dal boom degli euroscettici alle elezioni europee, portando i mercati a trascurare i fondamentali e a concentrarsi soltanto su quello che abbiamo detto all’inizio: se fallisce l’Italia, fallisce l’Euro, quindi l’Italia non può fallire (a meno che… non fallisca l’Euro, ipotesi che finora i mercati escludono).

Mentre stiamo qui a fare previsioni, infatti, il punto 1 di cui abbiamo parlato poche righe più sopra si sta già avverando:


Attendiamo con ansia il punto 2.

 

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