L’andamento dei prezzi delle case nella City è completamente sconnesso da quello che si vede nel resto della Gran Bretagna: tutta “colpa” dei super-ricchi Orientali
Per mesi abbiamo tenuto sotto osservazione l’andamento dei prezzi delle abitazioni in tutta l’Europa (siamo ancora traumatizzati da quello che è successo in America nel 2007), ora per la prima volta dall’inizio della crisi (prendiamo il 2008 come anno di riferimento) scatta l’allarme immobiliare anche nel Vecchio Continente.
Visto l’attuale scenario macroeconomico, uno potrebbe attendersi una bolla immobiliare dalla Germania (con tutti gli immigrati che Berlino sta avendo in questi anni, vuoi che non ci sia una bolla là ?), e invece non è così. La bolla arriva dal Regno Unito, più precisamente da Londra:
Il confronto con il resto del Paese è spaventoso.
Certo, anche la City è da sempre una delle mete preferite dei cervelli in fuga dal Mediterraneo, ma non sono i nostri neolaureati ad aver causato la bolla, sono semplicemente dei “folli con troppi soldi”, i soliti sceicchi del Medio Oriente e i neo-miliardari Russi:
L’ultima categoria a destra è quella più preoccupante, come vedete sono pochissimi gli Inglesi che comprano casa a quei prezzi, tanti vengono dall’Europa Orientale, pochi dall’Asia Orientale, quasi nessuno dal resto dell’Europa, e tanti dal Medio Oriente.
Ora, per carità, qui si parla di “nuove case”, ciò significa che molti di questi super-ricchi si fanno costruire su misura una casa a Londra, creando nell’insieme un indotto economico importante a cui il Paese non può rinunciare. È anche normale che i prezzi della capitale siano nettamente maggiori a quelli del resto della Gran Bretagna, ma fino a quando questo squilibrio è sostenibile ? O meglio, quando chi compra dovrà affrontare a sua volta una crisi economica (perchè, citando un detto Inglese “crisis do happen”, le crisi capitano), che effetti vedremo sul settore immobiliare Londinese ?
PS: vi ricordiamo che su Sokratis abbiamo individuato, per ora, 2 bolle immobiliari in Paesi economicamente rilevanti (Gran Bretagna e Cina), più bolle troveremo e più aumenterà il rischio di una nuova crisi del mercato, dato che, in un’economia così fortemente globalizzata, basta che ne scoppi una sola di queste per abbattere l’intero mercato mondiale
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