Quando la politica tocca qualcosa in Italia, è statisticamente molto probabile che le cose finiscano male, molto male: la Storia recente di Montepaschi di Siena ne è una prova lampante
Non bastava Alitalia, il nostro Paese torna alla ribalta sulla stampa internazionale per l’inefficienza del nostro settore pubblico con la banca più antica del Mondo ancora in attività: Montepaschi di Siena.
La differenza tra Alitalia e MPS è sottile e in molti faticano (giustamente) a vederla, la prima sembrava infatti essersi divincolata dalla stretta dell’incapacità della nostra classe politica con la discesa in campo della famosa “cordata di imprenditori” di Berlusconi, per poi tornare presto, tramite Poste Italiane, in pieno controllo statale (le ragioni per cui siamo molto perplessi a riguardo ve le abbiamo spiegate qui).
MPS, invece, ha sempre avuto un gruppo di politici ai vertici (tramite la fondazione MPS) che, a quanto pare, stanno facendo danni su danni.
Certo fa pensare il fatto che, nel 1472, l’anno di fondazione del Montepaschi di Siena, il termina “banca” non fosse nemmeno nel dizionario Italiano. Al tempo MPS era un “monte di pietà”, una forma di banca piuttosto primitiva nata apposta per sostenere le classi più disagiate della città di Siena.
Passa il tempo e, 535 anni dopo, qualcosa cambia. Dopo almeno 15 generazioni di Italiani (e di Senesi), MPS si lancia in un’operazione di dubbia utilità: la famosa acquisizione di Antonveneta.
Chissà cosa si aspettavano gli amministratori, 8 anni prima MPS si era quotata a Piazza Affari e, evidentemente, ci si aspettava un boom anche in Borsa: la banca più antica e longeva del Mondo si espande.
Invece no, le cose non andarono proprio così:
Da quel giorno per Montepaschi è iniziato un incubo che non ha ancora avuto fine.
Basta qualche anno per distruggere oltre mezzo millennio di Storia ? Evidentemente sì: dal 2007 a oggi la banca ha perso in Borsa il 93% del suo valore, tutto a causa di una mala gestione imbarazzante che ha portato ad errori a catena che hanno costretto lo Stato (tramite il Governo Monti) ad un salvataggio da 4,1 miliardi di Euro che chissà se mai torneranno nelle casse pubbliche.
MPS è la terza banca del nostro Paese, ma noi siamo Italiani e, sicuramente, qualcuno di noi avrà un conto corrente presso Montepaschi di Siena: il giudizio di molti di noi su MPS potrebbe non essere oggettivo. Immaginiamo una banca Tedesca nella stessa situazione, quale sarebbe la nostra posizione ?
Il fallimento di una banca non è uno scherzo, già quello di un’azienda normale non lo è, ma quello di un istituto bancario rischia di essere una mannaia sul PIL di un Paese (ricordate Lehman Brothers ?). Per avere opinioni più oggettive dobbiamo semplicemente immaginare che la banca in questione non sia una con la quale abbiamo a che fare quotidianamente, pensiamo, appunto, ad una banca Tedesca. Immaginate di leggere, nell’ordine, una cosa del genere:
– 2007: la banca paga troppo cara l’acquisizione di un altro istituto bancario
– 2008: la banca nasconde le perdite con soldi non suoi
– 2009: in complicità con un’altra banca Giapponese, vengono nascoste altre perdite; dopo qualche mese arriva il primo salvataggio Statale
– 2013: i nodi vengono al pettine: in pochi giorni si scoprono anni di investimenti in derivati tossici e trucchetti contabili per nascondere il tutto al mercato, allo Stato e ai correntisti; dopo qualche mese arriva un altro salvataggio da parte dello Stato, ben più corposo di quello del 2009
Ditelo sinceramente, il primo pensiero sarebbe “lasciate fallire questa banca”, logica da bieco economista, sì, ma formalmente inattaccabile nonostante l’effetto distruttivo sul PIL (tanto, prima o poi, lo Stato non avrà più soldi per salvare questa banca). Ora andate a vedere cosa dicono i commenti dei lettori su Bloomberg: allora, vi sentite meno soli ?
L’unico salvataggio di cui MPS ha bisogno è lo stesso che serve ad Alitalia: la politica non deve pompare nuovi soldi nelle casse di queste società, ma qualcuno deve salvare queste società dalla politica.
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