Tutti si aspettavano, di fronte alla crescita delle tensioni in Iraq su spinta del gruppo ribelle ISIS, di vedere un forte aumento del prezzo del petrolio nel breve periodo: questo non è accaduto, ed è ora di capire che cosa sta realmente succedendo all’oro nero
(ripubblicazione articolo del 9 luglio 2014)
Non molto tempo fa avevamo scritto un articolo in cui avvisavamo i lettori delle possibili conseguenze dell’aumento delle tensioni militari in Iraq sul prezzo del petrolio, ma oggi siamo qui a raccontarvi un’altra storia.
Nonostante le tensioni in Iraq siano aumentate, il prezzo del petrolio è sceso:
Se allarghiamo l’immagine otteniamo un grafico molto significativo (da kimblechartingsolutions.com):
In blu è riportato l’indice di ottimismo/pessimismo del mercato.
Come vedete, siamo appena usciti da una fase di eccessivo ottimismo, e abbiamo quindi motivi di pensare che l’indice in questione stia scendendo.
Avvicinandosi alla zona di pessimismo, anche il prezzo del petrolio scenderà, e potrà rompere quella linea di supporto semestrale.
Prendendo i dati giornalieri, dshort ci dà un altro possibile segnale di inversione di tendenza:
Nei “triangoli” si assiste ad una volatilità decrescente nel tempo, fino a quando il triangolo non viene bucato dal prezzo (verso il basso o verso l’alto).
Quando questo avviene, il prezzo tende a muoversi molto velocemente e la volatilità torna a correre.
Stiamo realmente per vedere un crollo del prezzo del petrolio ? Cominciamo ad avere grossi, grossissimi sospetti.
Lascia un commento per primo