Se gli eurocrati non mostrano per ora alcuna preoccupazione per quanto riguarda la deflazione, in questo articolo cercheremo di spiegarvi perchè, in realtà, tutti noi dovremmo temere il fantasma della deflazione per il nostro Paese
Mentre da Bruxelles ci si ostina a non nominarla nemmeno, la deflazione deve essere discussa almeno tra noi “poveri sudditi” in quanto ha enormi conseguenze per la nostra economia e, più in generale, per il nostro intero stile di vita.
Paradossalmente, la deflazione potrebbe influenzare la nostra vita ancora di più di quanto lo farebbe un default (e, si sa, sono in tanti quelli che temono la parola default quando si parla di economia).
Partiamo dalla domanda più banale del Mondo che, statisticamente, è passata per le vostre teste almeno una volta nella vita: che cosa può esserci di male se i prezzi scendono ?
La domanda è meno stupida di quanto si possa pensare, noi vogliamo essere sintetici e, dunque, vi proponiamo questa risposta:
Partiamo dal principio: perchè c’è deflazione in un’economia ?
La risposta la vedete da voi: la deflazione arriva in seguito ad una contrazione della domanda (vi consigliamo di rivedere tutto quello che vi avevamo spiegato sulla domanda facendo click qui). La contrazione della domanda si traduce in un crollo dei consumi e, dunque, chi vende è costretto ad abbassare i prezzi per rendere più appetibili i propri prodotti/servizi.
State bene attenti: questo è proprio il momento in cui arriva la deflazione.
Ma la questione non sarebbe così preoccupante se i problemi finissero qui, la vera mostruosità della deflazione sta nel fatto che essa ha un andamento a spirale, nel senso che è una macchina che si alimenta da sola: calando i ricavi di chi vende, i venditori cercheranno di ridurre al massimo i costi di produzione, mettendo in grossa difficoltà i propri fornitori che, dunque, si trovano anch’essi ad avere entrate minori rispetto al normale.
Come se non bastasse, il taglio ai costi di produzione si traduce spesso nell’aumento di licenziamenti di molti lavoratori, dunque il tasso di disoccupazione tende a crescere.
Se fate 2+2, capirete bene che uno scenario del genere non può corrispondere ad altro che ad un’economia in recessione, in cui i consumi continuano a contrarsi, i prezzi continuano a scendere, i costi di produzione vengono tagliati, sempre più imprese chiudono, cresce il tasso di disoccupazione, scende il PIL, calano ancora i consumi, ecc.
È proprio questa la spirale deflazionistica che non dovrebbe farci dormire la notte. Sì, qualche piccolo effetto positivo c’è, come ad esempio la crescita del valore reale dei nostri risparmi (calano i prezzi e, dunque, con 1 € domani potremmo comprare più cose di ieri, inoltre durante la deflazione ci si aspetta che la moneta si apprezzi, rafforzando la crescita di valore dei risparmi). Qualcuno inoltre ama far notare che la costante contrazione dei prezzi porta ad una concorrenza più spietata (immaginate un mondo in cui tutti gli smartphone nuovi di zecca costano meno di 100 €, la guerra di prezzo tra produttori sarebbe davvero folle a quel punto), ma questo discorso è molto teorico in quanto i produttori potrebbero comunque mettersi d’accordo (utilizzando il meccanismo del cartello di prezzo) per evitare che questo accada.
Ci sono poi tanti altri effetti che non abbiamo riportato e che, semplicemente, non si conoscono in quanto sono davvero poche le economie che hanno sperimentato sulla propria pelle la deflazione per un lungo periodo (una tra queste è quella giapponese), per il momento vogliamo farvi capire quanto il rischio deflazione sia davvero molto elevato per l’Eurozona e, soprattutto, per il nostro Paese, stampatevi questo grafico nella mente quando sentite parlare il politico di turno di ripresa:
Andando avanti così, per Natale 2014 saremo in deflazione, questi sono gli ultimi mesi a disposizione di Bruxelles per salvare l’Euro, ma qualcosa ci dice che la BCE deciderà di stampare moneta in maniera disperata in pieno stile Federal Reserve entro l’Autunno, staremo a vedere.
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