Per dirla con un’espressione gergale, la BCE ormai è alla frutta e Mario Draghi non sa più cosa fare, a quando un nuovo e ultimo taglio dei tassi ?
Vi ricordate il lontano 2011 in cui i tassi della BCE erano pari all’1,25% ? Qualcuno avrebbe mai pensato che Mario Draghi avrebbe tagliato i tassi fino allo 0,25% nel giro di due anni ?
No ? Già, forse soltanto i più catastrofisti avrebbero pronosticato quanto è realmente successo a livello di politica monetaria negli ultimissimi anni.
Ma sapete qual è la cosa ancora più incredibile ? Questo taglio dei tassi avrà un effetto praticamente nullo sull’economia.
Al momento in quanto a tassi la FED e la BCE sono messe in questo modo:
È giunta l’ora di presentarvi quella che in economia si chiama regola di Taylor, vale a dire un’equazione che indica il livello ottimale di tassi di interesse che una banca centrale dovrebbe fissare in un’economia.
Come ben riporta Wikipedia:
“La regola indica a quale livello dovrebbe essere il tasso di interesse nominale di breve periodo formulato dall’autorità monetaria, affinché sia pari al tasso di interesse reale di equilibrio, ossia il tasso di interesse reale a cui corrisponde un livello di domanda aggregata pari all’offerta aggregata di piena occupazione”
E qui incontriamo un problema, che domanda aggregata dovremmo prendere ? Finché parliamo degli Stati Uniti, la risposta è banale ed è “la domanda interna degli USA”, ma quando parliamo non di uno Stato ma di una macroarea (l’Eurozona), che domanda possiamo prendere ?
Qualche economista faceva notare già nel 2011 che la regola di Taylor evidenziava benissimo il paradosso dell’Euro, date un’occhiata al grafico:
Nel 2011 la regola di Taylor per la Germania indicava la forte necessità di alzare i tassi di interesse dall’1,25% al 4,75%. Dall’altro lato, la stessa regola segnalava un grosso problema presente in Spagna (quando la situazione economica era grave ma non drammatica come in questo momento): il tasso di cui aveva bisogno Madrid non solo era più basso di quello fissato dalla BCE, ma era addirittura profondamente negativo (-6%).
Una grande banca centrale che fissa un tasso negativo in un’economia è una cosa che non si è mai vista nella realtà. Qualche economista ha teorizzato questa possibilità, ma la verità è che le conseguenze di un tale taglio da parte della BCE o della FED avrebbero effetti finora a noi sconosciuti (analizzeremo i pro ed i contro in una futura lezione di Capire l’Economia).
L’unica cosa che può fare la BCE in uno scenario del genere è, banalmente, fare la media di quanto si registra a livello macroeconomico nell’intera Euroarea (ecco perchè è semplice prevedere il taglio o meno dei tassi di interesse, anche se i mass media parlano di “grande sorpresa” in merito all’ultimo taglio dei tassi).
Eccola qui la facilissima spiegazione:
La BCE ha tagliato i tassi perchè è quello che la regola di Taylor sta “urlando” da tempo (come vedete servirebbero tassi negativi ormai, vallo a spiegare ai Tedeschi…).
Detto questo, perchè la regola di Taylor ha questo andamento ?
Nemmeno qui serve un genio della matematica:
(eq.)
(legenda)
Concentratevi sul termine , è lui il problema: l’inflazione.
Il nostro caro è in continuo ribasso (lo ricordiamo, siamo in una fase di disinflazione), e questo fa sì che (il tasso della BCE) debba scendere, accompagnando .
In sostanza, per tornare a crescere, l’Eurozona ha bisogno di creare inflazione.
Domandone: quanto tempo ci vorrà per arrivare ad un nuovo taglio da 0,25% a 0% ? Poco, in teoria già dal mese prossimo la BCE potrebbe arrivare allo zero assoluto.
E da lì che si fa ? Chiedetelo al Giappone:
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