Gli analisti di Reuters (ma non solo loro) stanno commettendo un errore imbarazzante nel tentativo di smontare il recente rally del prezzo del petrolio
(ripubblicazione articolo del 15 maggio 2015)
In qualunque università di economia che si rispetti, agli studenti viene insegnato che il mercato si muove sul principio di domanda e offerta (lezione 1).
Qualche giorno più tardi, però, viene svelata una seconda nozione: il sistema di domanda-offerta funziona alla perfezione soltanto in un mercato in concorrenza perfetta, ovvero un mercato che non esiste (lezione 2).
A quel punto, gli studenti più interessati al corso si chiederanno: “Sì, ma nella vita reale che cosa muove il prezzo di un bene ?”. Nelle lezioni successive, l’insegnante avrà a disposizione diverse ore per illustrare le varie condizioni reali di mercato nelle quali un’azienda può trovarsi ad operare: monopolio, monopsonio, oligopolio, ecc.
La concorrenza perfetta non esiste nella realtà, ed è dunque impensabile aspettarsi che il prezzo di un bene reagisca, nel breve periodo, al sistema di domanda-offerta.
Ora, fate bene attenzione a quell’inciso che abbiamo inserito tra due virgole: “nel breve periodo”.
Prendiamo un bene (il petrolio) e immaginiamo di mettere su uno stesso grafico il prezzo di tale bene e la differenza tra offerta e domanda di mercato.
L’errore madornale commesso dagli analisti di Reuters è mostrato nel grafico:
Domandina: qualcuno di voi vede, sinceramente, una qualche correlazione tra il prezzo del petrolio e la differenza tra offerta e domanda di mercato ? Saremo duri di comprendonio, ma noi vediamo periodi in cui l’offerta superava la domanda e il prezzo cresceva, e viceversa (ovvero l’esatto contrario di quello che una persona potrebbe aspettarsi).
Dove sta l’errore ? Ricordate l’inciso “nel breve periodo”. Gli analisti di Reuters stanno usando intervalli trimestrali per determinare presunti effetti del meccanismo domanda-offerta sul prezzo del petrolio: bocciati all’esame di economia.
Un grafico corretto necessita di un orizzonte temporale più ampio di quello trimestrale, come vedete nell’esempio sottostante:
E anche qui notate che la correlazione tra i due indicatori non è ottimale. Questo perchè stiamo parlando di un mercato quasi monopolistico (l’OPEC è, di fatto, un cartello di produzione legalizzato), in cui i produttori possono fare il bello e il cattivo tempo ignorando in molti casi le reali dinamiche di mercato.
Guardiamo il grafico di Reuters e ci chiediamo: sono questi gli analisti che prevedevano un crollo del greggio a 20$ al barile ? E magari sono gli stessi che prevedevano l’iperinflazione con l’esplosione del prezzo dell’oro ? Se chi scrive su questo blog, con mezzi tecnici infinitamente inferiori rispetto a quelli dei “grandi analisti”, ha previsto correttamente una ripresa del petrolio, come è possibile che questi grandi nomi dell’economia e della finanza abbiano sbagliato così clamorosamente ?
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