Bloomberg riassume in un’ottima infografica le previsioni di crescita dell’economia mondiale fino al 2016: ecco un altro indizio per chi sostiene che “no, l’Euro non è un problema”
Permetteteci, prima di vedere i numeri, una nota tecnica.
Bloomberg trova sempre ottimi modi per rendere “user-friendly” una serie di dati macroeconomici e finanziari spesso di difficile comprensione per il pubblico, ed è per questo che vi mostreremo un modo molto rapido ed intuitivo per inquadrare lo stato attuale (e del prossimo futuro) dell’economia mondiale.
Tuttavia, le previsioni sul tasso di crescita del PIL mondiale che Bloomberg riporta si basano sulle analisi degli economisti del Fondo Monetario Internazionale e, se ci seguite da un po’, sapete bene che questo blog è stato molto severe con le fantomatiche previsioni macro del FMI (gli ultimi due post in ordine di tempo che abbiamo scritto sul tema sono accessibili qui e qui).
Per tale ragione vi invitiamo sempre a dubitare dei numeri esatti diffusi dal FMI, ma, per i nostri fini, per oggi possiamo fare una piccola eccezione.
Prendiamo innanzitutto quelle che sono probabilmente, ad oggi, le 5 aree macroeconomiche più interessanti del pianeta:
Già qui dovrebbe partire il campanello d’allarme per chiunque. È difficile non vedere come l’Eurozona sia in affanno rispetto agli USA (sul caso giapponese scriveremo più avanti un altro post, dubitiamo seriamente della correttezza delle previsioni del FMI per Tokyo).
Ma l’indizio principale del fatto che l’Euro stia pesando su di noi come un fardello dovrebbe venire da un’inquadratura più generale della questione:
La vedete l’area blu ?
No non parliamo del Sud America (che è letteralmente spaccato in due dal punto di vista macroeconomico), ma dell’Europa.
Anzi, pardon, non parliamo proprio dell’Europa, ma dell’Eurozona.
Vedete come siamo isolati dal resto del Mondo ?
Certo, non abbiamo le pretese di poter crescere ai ritmi della Cina (noi siamo un’economia in fase “matura”, mentre Pechino è ancora lontana da questa fase), ma, parlando di maturità economica, non vediamo perchè l’Eurozona dovrebbe crescere meno degli USA.
Washington e Bruxelles si trovano in due fase diverse del ciclo economico, la crisi ha colpito prima gli USA e poi l’Europa, ma, francamente, dubitiamo che riusciremo a raggiungere un tasso di crescita del 3% annuo in breve tempo e con questa politica monetaria.
PS: è interessante il caso dell’Africa (di cui vi abbiamo già parlato qui) e quello di Russia/Ucraina, le previsioni per la Russia sembrano essere troppo ottimistiche, mentre per Kiev il FMI ha dichiarato recentemente di non avere alcuna idea di come varierà il PIL reale ucraino nei prossimi anni a causa dell’incognita della guerra con Mosca
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