Quali sono le aziende Italiane “a rischio” che operano in Egitto ?

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Il “rischio” per ora è del tutto relativo dato che non si capisce esattamente che cosa avverrà in Egitto. La speranza è che il clima si rassereni fino a prossime elezioni

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Il Ministro per lo Sviluppo Economico Zanonato è stato chiamato a rispondere delle possibili conseguenze economiche del colpo di Stato Egiziano nei rapporti tra il nostro Paese e l’Egitto.

Mentre il Ministro degli Esteri Bonino non si è ancora espressa sulla questione politica, Zanonato ha già rilasciato alcune dichiarazioni in mattinata (da Milano Finanza):

Stamani il ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, non ha potuto assicurare che verranno mantenuti i rapporti tra l’Egitto e le aziende italiane che hanno una presenza nel Paese, ma ha detto che con “ogni probabilità” i rapporti rimarranno.

“Le nostre grandi imprese come Eni, Enel, Caltagirone e Intesa Sanpaolo hanno una presenza importante in Egitto e non c’e’ motivo per interrompere il rapporto”, ha affermato Zanonato, ricordando che per l’Italia l’Egitto è un Paese importante: “con 6 miliardi siamo il primo Paese europeo per intercambio e terzo nel mondo, siamo molto interessati a mantenere il rapporto”.

In effetti non si capisce perchè i rapporti dovrebbero interrompersi in quanto, se le voci saranno confermate, l’intenzione dell’esercito è quella di costituire un Governo di transizione per poi arrivare ad elezioni democratiche. Infatti, guardando Piazza Affari, i titoli delle nostre aziende a rischio reagiscono piuttosto bene, in attesa della conferenza odierna di Mario Draghi che seguiremo in diretta dalle 14:30.

 

 

 

 

 

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