(ripubblicazione articolo del 4 agosto 2014)
Un’ economia forte con grandi regimi di crescita addirittura superiori a quelli di molti stati europei.
Ancora una volta Israele e Hamas sono sulle maggiori testate giornalistiche del mondo; ancora una volta si discute di una guerra di cui nessuno conosce i veri motivi dove non ci sono né vincitori e né perdenti, a parte naturalmente i civili, ma soprattutto non potrà essere Israele, pur con i suoi soli 6 milioni di abitanti (di cui il 20% arabi), il perdente.
Quando si parla di Israele si fa sempre riferimento a forze armate, eserciti e bombardamenti vari. Però oltre la forza puramente militare vi è collegata una forza economica avanzata con un PIL che è cresciuto notevolmente negli ultimi anni, più di quello dei vicini europei:
Più del 3% nel primo trimestre 2014, performances che Paesi con analogo livello di reddito nella UE potrebbero soltanto sognare, Germania compresa. Un confronto chiarificatore viene accostando Israele ai Paesi mediterranei europei e non come Italia, Spagna, Grecia e Germania:
Si vede chiaramente che, mentre le nostre economie erano nel pieno della crisi post subprime, Israele perfezionava la sua salita verso numeri divergenti come non mai rispetto alla Grecia e agli altri Paesi europei. Senza parlare poi del tanto discusso indice debito pubblico / PIL che è prossimo a quello a tedesco con un 66% contro l’abominevole 133% dell’ Italia.
La vigorosa economia interna si riflette anche sull’ economia dei grandi sistemi garantendo ad Israele di emettere buoni di stato con un outlook stabile garantito da S&P con una A+/A-1. Questa affidabilità permette allo stato ebraico di avere un rapporto deficit/PIL superiore al 3% (3,15%), però inferiore a quello preventivato per il 2013 (3,65%), segno di una economica cresciuta oltre le attese. Da un punto di vista qualitativo, l‘altissimo livello tecnologico dell’industria israeliana, leader in campi come la farmaceutica, l’agronomia, l’industria della difesa (con le relative ricadute) continuano a mantenere positiva la bilancia dei pagamenti israeliana, nonostante la crescita sostenuta, ormai dal 2003, meglio di quanto facciano i 4 Paesi europei analizzati, che hanno sì migliorato la propria bilancia recentemente, ma soprattutto per crolli dell’import.
Dati che identificano come lo stato ebraico rimanga a stretto contatto con le grandi potenze del mondo per quanto riguarda la crescita. Con un unica pecca però: la politica di difesa, ma questa è un’altra storia.
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