Russia-Ucraina: è partita la “guerra del gas”

russia gas

Mentre da Mosca avvertono che Kiev rischia seriamente il default, l’Ucraina ha già tagliato le sue importazioni di gas russo rendendo la sfida tra i due Paesi davvero calda

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Immaginate il tutto come se fosse una partita di scacchi: da una parte abbiamo un giocatore anziano reduce da migliaia di partite con avversari di tutto il Mondo (la Russia), dall’altra un giovane ragazzo, poco più che trentenne, che ha ottenuto qualche successo in passato ma la sua esperienza stavolta non è nemmeno paragonabile a quella dell’avversario (l’Ucraina).

Per la legge del più forte, dovremmo pensare che il braccio di ferro tra Mosca e Kiev si concluderà probabilmente con un disastroso default per l’Ucraina che, dopo mesi di gioco duro, dovrà arrendersi ed inginocchiarsi di fronte alla Russia.

Nel caso siate confusi da questa immagine e non sappiate esattamente a che cosa ci riferiamo, non disperate: la stampa italiana ha bellamente ignorato il problema della fornitura di gas che sta dietro alla crisi politica tra Ucraina e Russia e, dunque, non ci stupirebbe vedere persone che non hanno nemmeno mai sentito parlare del tema.
Per recuperare vi basterà leggere i due post seguenti:

- post sugli interessi della Russia in Ucraina

- post sulle possibili conseguenze per l’Europa della crisi politica tra Russia e Ucraina

Ora che sappiamo tutti di che cosa si parla, possiamo procedere con la nostra surreale partita di scacchi.
Mentre l’Ucraina spendeva tempo e risorse per quella che è stata una vera e propria guerra civile terminata con la cacciata dell’ex Primo Ministro (o, se preferite, “dittatore”) Yanukovich, la Russia si limitava ad osservare l’evoluzione della situazione sperando magari in un raffreddamento della tensione in seguito alla resistenza del regime.
Come tutti sappiamo, però, il Parlamento ucraino è riuscito nel gran capolavoro: destituire l’amico dei Russi Yanukovich facendo arrabbiare – e parecchio – Mosca.

A questo punto la Russia, ben conscia del suo potere economico sull’Ucraina (stiamo parlando ovviamente del gas russo), ha mandato avanti l’alfiere Dmitry Medvedev che ha spiegato: “Non escludiamo, a questo punto, un forte rialzo del prezzo del gas”

Dopo una dichiarazione del genere, chiunque potrebbe immaginare il seguito: l’Ucraina fa dietrofront e accetta amaramente il suo status di dipendente rispetto all’ex madre-patria (lo ricordiamo, l’Ucraina è politicamente indipendente – almeno ufficialmente – dalla Russia dal 1991). Ma la Storia non è così banale, e anche oggi ne abbiamo avuto una dimostrazione.
Si è infatti scoperto che ,a metà Febbraio (cioè prima della destituzione di Yanukovich) l’Ucraina si era già “liberata” dell’80% degli ordinativi di importazione di gas dalla Russia.

Il messaggio che scaturisce da questa mossa a sorpresa è semplice: “Cara Mosca, noi non siamo ricattabili”. La Naftogaz (cioè l’azienda statale che si occupa della fornitura di gas in Ucraina) ha dunque pesantemente ridotto la sua dipendenza economica dalla Russia, compiendo una mossa che può essere sia geniale sia sconsiderata.

Non sappiamo, infatti, se l’Ucraina possa davvero cavarsela per più di qualche settimana con l’ormai piccola quantità di gas importata dalla Russia. Certo è che, per ora, Mosca è “disarmata” e non può aumentare il prezzo del gas in maniera sufficiente da creare problemi alle casse di Kiev. Escludendo per ora un intervento militare, l’unico fattore che potrebbe destabilizzare questo nuovo equilibrio tra i due Paesi sarebbe la scoperta dell’insufficienza di gas in Ucraina.
Certo, c’è anche la possibilità che la Russia decida di chiudere totalmente i rubinetti verso l’Ucraina, ma a quel punto la miseria a Kiev sarebbe tanto elevata che, forse, qualche altro Paese (tipo gli USA, che non vedono l’ora di dare una lezione a Putin per il “caso Snowden”) potrebbe decidere di immischiarsi nella situazione di tensione tra i due Paesi.

 

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