Non facciamoci ingannare da questa fase di pausa, ci sono ottimi motivi per credere che il crollo della borsa di Shanghai sia soltanto all’inizio
Prima di leggere questa nostra analisi, vi ricordiamo una premessa fondamentale già ribadita in un post pubblicato in passato: la borsa di Shanghai è un mercato tradizionalmente ribassista.
Detto questo, diamo un’occhiata all’andamento storico dell’indice azionario:
State osservando il grafico mensile dell’indice, e la media mobile tracciata è la nostra solita media a 20 mesi. C’è una distanza abissale tra l’attuale quotazione dell’indice, pari a circa 1.000 punti. Per riequilibrarsi, la borsa di Shanghai dovrebbe perdere in questo momento il 25% del proprio valore.
E dato che la media mobile è, appunto, soltanto un valore medio, è possibile che l’indice di Shanghai scenda anche al di sotto di tale indicatore statistico.
Non sentirete molto ottimismo in questa analisi, ma abbiamo le nostre ragione per essere pessimisti.
Prendiamo il Chandelier Exit e otteniamo due segnali negativi diversi.
Il grafico mensile mostra come l’indice sia sceso al di sotto dell’exit long (linea verde), un segnale di vendita che non ha quasi mai fallito:
L’indice deve riuscire a tornare sopra ai 4.272 punti con una certa convinzione, e Pechino è disposta a tutto per far sì che questo accada, anche svalutare la propria valuta.
Il grafico settimanale ci dà un segnale negativo diverso. La scorsa settimana Shanghai ha mostrato un buon rimbalzo verso l’alto, ma questo non è bastato a superare l’exit short (ovvero la soglia al di sopra della quale scatta un segnale di chiusura delle posizioni short).
Inoltre, l’exit short è in crescita quasi verticale, dunque Shanghai avrà bisogno di un’altra settimana da record per sperare di superare la linea rossa:
L’indicatore stocastico mensile ci mostra come l’indice azionario di Shanghai non sia affatto in area di iper-venduto, cosa che ci porta a pensare che il peggio non sia ancora passato per la borsa cinese:
Il nostro indicatore Stocknizer 2 (linea blu) è sceso parecchio su base settimanale, ma in passato abbiamo visto peggio:
Il vero grafico da panico, tuttavia, è quello che otteniamo usando lo stesso indicatore su base mensile:
Lo Stocknizer 2 ha appena invertito la rotta se osservato su base mensile, e l’analogia con il 2008 è fin troppo facile da ipotizzare.
Del resto, anche nel 2008 ci fu un finto rimbalzo intorno a quota 5.000 punti, e l’indicatore Stocknizer 2 si trovava più o meno allo stesso punto.
Meno negativo ma pur sempre inquietante è il segnale che ci arriva dalla curva di Coppock mensile:
Infine, è giunto il momento di esprimere una valutazione più precisa sul futuro.
In questo momento, riteniamo che l’indice azionario di Shanghai debba raggiungere almeno i 3.000 punti prima di poter risalire, ma questo tonfo potrebbe non essere sufficiente.
Questo è quanto il nostro Stocknizer 3 sta indicando:
Conoscendo l’atmosfera di pura irrazionalità che si respira nei momenti di panic-selling, tuttavia, non ci sentiamo di escludere la possibilità che l’indice punti addirittura verso il nostro target inferiore, fissato al momento a quota 2.319 punti (i nostri target cambiano leggermente al termine di ogni mese).
Per concludere, non crediamo nell’attuale rimbalzo dell’indice di Shanghai, e la posizione di Sokratis per i prossimi mesi sulla borsa cinese è decisamente negativa, con un target medio fissato intorno ai 3.000 punti, ed un timore che l’indice possa però scendere ben al di sotto di tale soglia.
Leggi il disclaimer di Sokratis.
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