Pechino sta cercando di bloccare il crollo della borsa cinese nello stesso modo nel quale gli USA tentarono di fermare il crollo di Wall Street nel 1929, ma c’è un’importante differenza
Il 24 ottobre 1929, quando l’indice Dow Jones era ormai in caduta libera, i principali rappresentanti delle banche americane si incontrarono presso gli uffici di JPMorgan a Wall Street per discutere di un piano per l’acquisto programmato di azioni con il fine di interrompere il crollo della borsa statunitense.
Lo scorso 4 luglio, la banca centrale cinese ha dichiarato di aver avviato un piano di finanziamento per tutte le società di brokering per bloccare il crollo della borsa di Shanghai.
Le analogie sono evidenti:
C’è però un’importantissima differenza tra i due casi, ed è il ruolo della banca centrale.
Nel 1929 la mossa delle banche di acquistare azioni non fu sostenuta dalla Federal Reserve, tanto che Milton Friedman (non proprio un keynesiano) accusò più tardi la banca centrale americana di aver commesso un grave errore nel non prestare denaro a questo gruppo di banche.
Oggi in Cina la banca centrale si sta giocando l’all-in, e l’esperienza insegna che, prima o poi, una grossa banca centrale riesce a vincere la sfida con il mercato, muovendolo a proprio piacimento.
Può questa differenza invertire la rotta del crollo ?
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