Tesla Motors Diventa Open Source Per Una Nuova Mobilità Sostenibile

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di Caterina Ventura

Tutti i nostri brevetti appartengono a voi”. Inizia così il post di Elon Musk, Ceo di Tesla Motors, che ha annunciato due settimane fa la svolta open source dell’azienda automobilistica di veicoli elettrici con sede a Palo Alto.

L’obbiettivo è quello di rilanciare il mercato mondiale, accelerando l’avvento del trasporto sostenibile. In questo senso i veicoli elettrici potrebbero dimostrarsi una carta vincente nell’attenuare la dipendenza dal petrolio nonché nel ridurre l’inquinamento e le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra. Infatti secondo le stime dell’International Energy Agency, nel 2050 il potenziale contributo del settore dei trasporti nella riduzione delle emissioni di Co2 potrà essere pari al 21%.

Il freno principale alla diffusione di veicoli elettrici sono soprattutto i costi tecnologici, essenzialmente relativi alle batterie. Basti pensare che il costo di una batteria da 24 kWh, che assicura un autonomia di 100 km, utilizzata dal modello Nissan Leaf si aggira intorno ai 12mila dollari, quasi un terzo del prezzo finale di mercato. Più grande è la batteria più aumenta il kilometraggio disponibile. La berlina Tesal Model S, ad esempio, ha una batteria da 85 kWh, che può arrivare a 480 km senza bisogno di ricarica, ma inevitabilmente il suo prezzo di mercato è costretto a salire. E per l’azienda nata nel 2003 ciò comporta una notevole perdita di competitività. Ma se da una parte la riduzione dei costi può essere favorita da investimenti pubblici in R&D dal lato della produzione, o da incentivi fiscali dal lato dell’acquisto, un’altra via percorribile può essere la cooperazione e la condivisione di know how. Questa la strada che Tesla Motors ha deciso di imboccare.

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I brevetti servono soltanto a “soffocare il progresso” afferma Musk. Rendendoli open source, quindi accessibili a tutti, Tesla Motors si presenta come promotore della ricerca tecnologica su scala globale, condivide i saperi che i laboratori di ricerca di Palo Alto hanno finora raggiunto, col fine di promuovere l’interesse verso questa “nuova” e ancora molto poco diffusa modalità di trasporto (vedi i dati sul mercato del veicoli elettrici nel 2013). L’open source nell’ambito del trasporto elettrico permette anche di migliorare il processo di armonizzazione degli standard per quanto riguarda l’interoperabilità tra i sistemi di ricarica delle batterie, altra sfida del mercato e importante deterrente all’acquisto da parte del consumatore.

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La mossa di Tesla è stata salutata positivamente non solo dal mercato ma anche dagli altri attori open source dell’automotive. OSVehicle  – la prima piattaforma al mondo open source per la progettazione di veicoli scaricabili on line, made in Italy – commenta la notizia come la più grande nella storia della mobilità moderna e dell’industria del trasporto. Grande entusiasmo ma anche qualche dubbio, ad esempio sull’assenza di una predisposta piattaforma open source che renda possibile un’effettiva produzione orizzontale oppure sull’ancora opaco sistema di licenze (come accedervi, come redistribuire le modifiche apportate). Una visione di condivisione monodirezionale quindi? Staremo a vedere se le innovazioni apportate dalla comunità open source verranno recepite e attuate da Tesla Motors.

Ciò che è certo è che Tesla sta sviluppando nuove interessanti tecnologie per le batterie delle proprie macchine, e se altri competitor produrranno macchine con batterie Tesla, l’azienda sarà capace di targettizzare un mercato più grande e così partecipare a una reale trasformazione nell’automotive, che possa contribuire nella diminuzione degli impatti ambientali, sociali ed economici generati da un trasporto basato sulla combustione fossile.

 

Articolo tratto da “SmartWeek

 

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