“Dopo la Grecia sarà il turno dell’Italia”, queste le parole del premier greco Tsipras riprese dai media italiani, ma è davvero così ?
(ripubblicazione articolo del 15 giugno 2015)
Vi scriviamo dall’Italia, un paese sicuramente saccheggiato dalla prevalenza di corruzione e malapolitica con qualche goccia di idiozia economica di chi ci ha governato per anni, ma un paese molto diverso dalla Grecia.
Prima di tutto, vediamo come si è evoluta la crisi in Grecia e in Italia:
(True Economics)
Non vedere il dramma economico italiano in questi grafici sarebbe veramente difficile, così come sembra essere un’ardua impresa collegare l’economia italiana a quella greca.
Intendiamoci: se la Grecia non esistesse, sicuramente saremmo noi il “malato cronico” dell’Eurozona. Tuttavia, la Grecia esiste e non possiamo nemmeno ignorare la sua esistenza.
La Grecia esiste, con i suoi 240 miliardi di dollari di PIL, contro i 2070 del PIL italiano.
Non dubitiamo che, nei prossimi anni, l’inadeguatezza di chi governa il nostro paese possa fare danni maggiori di quelli già visti in passato. Sia ben chiaro: tra tutte le grandi economie, siamo quelli con la peggiore classe politica, destra o sinistra che sia. Siamo un paese probabilmente anche ben rappresentato in Parlamento da quasi un migliaio di buffoni, un paese nel quale le poche persone meritevoli cedono, per mancanza di numero, ai tanti “fenomeni” a piede libero, un paese dal quale ogni giovane si trova, almeno una volta nella vita, a considerare seriamente la possibilità di fuggire all’estero senza più tornare. Siamo un paese disastrato, sì, ma l’Italia non può fallire, il nostro PIL (e, soprattutto, il nostro debito) è tanto elevato da poter creare una crisi almeno europea in caso di default, mentre il fallimento della Grecia è una notizia alla quale siamo ormai abituati (se preferite la parola haircut, sicuramente più chic, allora lo chiameremo così). Questo Tsipras lo sa, dal momento che il suo Ministro dell’Economia Varoufakis, nonostante tutto, è uno che capisce qualcosa di quello di cui si occupa. Ma la politica funziona così, quando sei disperato e stai per colare a picco cerchi in ogni modo di attaccarti a qualcosa o qualcuno, anche a costo di tirarlo giù con te.
PS: se poi la Grecia lascerà l’Euro, allora ci renderemo conto che, in realtà, Atene conta ancora qualcosa; avete presente quel discorso sull’Euro e sul fatto che la moneta unica non è una “porta girevole” pronunciato da Draghi ? Ecco, quelle parole sarebbero carta straccia, e qualcosa ci dice che i mercati non si sentirebbero tanto rassicurati dall’idea
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