Come ampiamente previsto anche su questo sito, quotare Twitter in borsa senza un business plan nemmeno lontanamente paragonabile a quello di Facebook è stato un grosso errore fino ad ora
Il giorno 8 novembre 2013, su Sokratis è apparso questo post.
All’epoca il social network si era appena quotato nella borsa di New York a 45$. All’epoca riportavamo il ragionamento fatto da un analista che stimava il vero valore di un’azione Twitter poco al di sopra dei 20$.
Ora, su questo reale valore possiamo dibattere quanto vogliamo, ma, mentre vi scriviamo, Twitter quota sotto ai 20$ per azione.
Poco meno di tre anni dopo, dunque, la capitalizzazione di Twitter si è più che dimezzata, e noi non siamo stupiti (immaginiamo che per chi ci legge valga lo stesso discorso):
Guardate un po’ che disastro.
Capite bene che l’analista in questione non era in possesso di una palla di cristallo. Una parte dei suoi calcoli (che trovate al link proposto più sopra) ci parevano troppo ottimisti e, ad occhio, crediamo che Twitter possa scendere ancora verso quota 15$ (ci riaggiorneremo quando arriveremo a questo livello).
Quando il social network aveva annunciato la quotazione in borsa, noi avevamo già messo le mani avanti. Il 4 ottobre 2013, per essere precisi, avevamo proprio definito Twitter un’azienda già matura e, dunque, la quotazione in borsa senza un progetto rivoluzionario a livello di business avrebbe fatto scappare gli investitori.
Ma questo ci rasserena: c’è ancora un po’ di razionalità sui mercati finanziari, e c’è ancora qualcuno che tiene d’occhio i bilanci.
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