Con l’avvicinamento al referendum decisivo per i greci, può essere istruttivo ricordare come mai in Grecia l’Europa sia vista come “il nemico da cui fuggire”
(ripubblicazione articolo del 2 luglio 2015)
Non abbiamo idea di quello che uscirà dalle urne nel referendum di domenica, ma, mentre aspettiamo con ansia il verdetto finale, può essere interessante postare questo grafico:
Molti degli italiani che ci leggono sanno che la crisi nel nostro paese è piuttosto evidente, e difficile da non vedere. Tutte quelle serrande abbassate di fronte a negozi storici nel centro delle città, quei dati inquietanti sulla popolazione costretta a vivere al di sotto della soglia di povertà, come è possibile negare la crisi in Italia ?
Del resto, il grafico mostra che abbiamo perso il 10% del nostro prodotto interno lordo dal 2008, e chissà quanto tempo ci metteremo a tornare ai livelli pre-crisi.
Ora chiudete gli occhi, e mettetevi per un attimo nei panni di un cittadino greco. Lui invidia chi ha perso il 10% del PIL, in quanto il suo paese ha perso oltre il 25% della ricchezza prodotta. In Grecia l’Italia è vista probabilmente come noi vediamo la Germania (almeno a livello di ricchezza, lasciamo stare i discorsi politici).
Juncker chiede ai greci di votare “sì” al referendum, qualunque sia il quesito, perché è questo il comportamento più razionale richiesto dalla situazione. Ora guardate di nuovo il grafico, davvero vi stupireste se i greci si comportassero in maniera “poco razionale” (per dirla alla Juncker) ai seggi di voto ?
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