Un “default degli Stati Uniti” è persino difficile da ipotizzare, certo è che se i Repubblicani continueranno a dare battaglia anche su questo tema torneremo di colpo nel 2008
Diciamolo subito senza mezzi termini, un default degli USA sarebbe un incubo, una cosa potenzialmente peggiore della crisi del 1929.
Finché si tratta della Grecia o dell’Italia non serve una grande fantasia, il default di Washington sarebbe invece un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Per capire meglio di cosa parliamo (ma ripetiamo, è difficile anche solo immaginare una tale situazione) vi rimandiamo all’articolo in cui vi abbiamo spiegato che cosa succede quando uno Stato fallisce.
In un Mondo giusto, i Parlamentari Repubblicani (e soprattutto i membri del Tea Party) sarebbero processati per “procurata crisi economica”, peccato che questo non sia il Mondo delle favole e che un tale reato non esiste nemmeno.
Personalmente continuo a credere che il default degli Stati Uniti sia un’ipotesi improbabile (gli USA sono, di fatto, l’unico Paese che non può defaultare fino a quando il Dollaro sarà considerato la valuta di riferimento per gli scambi internazionali). Poiché il Dollaro non mostra importanti segni di cedimento, non vediamo assolutamente ragioni per parlare di una reale possibilità di default per gli Stati Uniti.
Legalmente, però, il default Americano può avvenire. Qui si vede la grande stupidità della politica: la capacità di trasformare l’unico Paese che non può tecnicamente fallire in un Paese comune, una Grecia qualsiasi. Basta fare una legge che stabilisca un tetto del debito (legge basata su assurdi assunti economici secondo cui uno Stato con una moneta sovrana non possa indebitarsi all’infinito) et voilà, il default è servito !
Certo non è così facile, è sciocco chi pensa che agli USA basti stampare Dollari a go-go come se non ci fosse un domani (vi ricordiamo che “Quantative Easing” non significa stampare denaro), non è affatto così facile. Stampare denaro comporta processi più complicati quali svalutazioni valutarie e crescita del tasso di inflazione.
Tuttavia, preferire trascinare un Paese verso il baratro del default avrà sempre conseguenze maggiori rispetto ad ogni possibile scelta. Gli Stati Uniti rischiano di crearsi la propria crisi soltanto per rispettare una legge, crisi che sarebbe di dimensioni mastodontiche e dalle conseguenze inimmaginabili per l’intero sistema economico-finanziario mondiale.
Il Tea Party, tanto fiero del proprio ultraliberismo economico, non capisce che con le loro dubbie teorie economiche rischiano di creare una situazione identica a quella che creerebbe un regime Comunista negli USA: povertà senza uscita.
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