Tanti, troppi blog danno per scontato che a Wall Street ci sia una enorme bolla speculativa che finirà per schiacciare l’economia americana, è un’affermazione forte e, probabilmente, sbagliata
(ripubblicazione articolo dell’8 luglio 2014)
Le stranezze ci sono, è innegabile e anche noi le abbiamo commentate, ma tanti blog finanziari evitano di parlare delle motivazioni di chi crede che a Wall Street, in realtà, non ci sia nessuna bolla speculativa.
L’indice azionario più bombardato di critiche dai “bollisti” è l’S&P 500.
Ora, quando si fa un’analisi macroeconomica si è soliti utilizzare non i dati nominali (affetti da inflazione), ma i dati “reali”, cioè ricalcolati al netto dell’inflazione.
Chissà perchè, però, quando si parla di borsa tutti si dimenticano di utilizzare questo criterio:
Onestamente, non vediamo bolle.
Vediamo, però, una bella correzione davanti a noi. Guardate l’indicatore azzurro nella parte inferiore del grafico: esso indica la media quinquiennale del rapporto P/E per le società quotate all’S&P 500, e adesso l’indicatore sta uscendo dall’area di ipercomprato, segnalando una correzione imminente.
E tutti i massimi storici di Wall Street non dovrebbero farci pensare male ?
No, o, meglio, un massimo record non è un segnale automatico di bolla speculativa.
Usiamo lo stesso criterio:
- dati nominali:
- dati reali:
Anche qui non vediamo bolle, ma preparatevi ad una correzione perchè la borsa non può salire per sempre e, riflettendoci, i prossimi mesi sono proprio il momento perfetto per un’inversione di tendenza (finirà il QE e la Fed comincerà finalmente ad affrontare la questione “tassi”).
Lascia un commento per primo