In un’unica grafica vi riportiamo tutte le ragioni per cui la donna più potente del Mondo, Janet Yellen, non vuole nemmeno stare a sentire chi dice che la crisi negli Stati Uniti è terminata
La Federal Reserve, come ormai ogni banca centrale mondiale negli ultimi anni, ci ha abituato ad un livello di ottimismo economico ben superiore a quello che sarebbe sempre stato lecito aspettarsi.
Prendete ad esempio quello che disse l’ex Presidente della Fed Ben Bernanke il 15 marzo 2009:
“Vedendo i segnali di ripresa che cominciano ad apparire in diversi mercati e vedendo anche la fiducia che inizia a tornare, penso che stia cominciando il processo dinamico che rimetterà in piedi la nostra economia”
– Ben Bernanke, 15 marzo 2009
Mica male come frase, ma siamo più che certi che, se potesse, Bernanke tornerebbe indietro nel tempo per prendersi a schiaffi e tapparsi la bocca in quel pomeriggio del 15 marzo 2009.
Poco dopo, infatti, la Fed intensificò la sua politica monetaria espansiva (con il famigerato QE) che, ad oggi, risulta essere ancora in atto (da 5 mesi è in rallentamento).
Cinque anni più tardi, la donna che preso il posto di Ben Bernanke sulla poltrona più alta del Mondo, Janet Yellen, ci offre un pensiero leggermente diverso da quello del suo predecessore.
Per Janet Yellen la crisi è ancora presente in America. E non ha tutti i torti.
Per quanto la ripresa economica degli USA sia evidente (soprattutto se confrontata con quella schifezza di “mini ripresina-ina-ina-ina” europea), la Yellen ha mostrato al Mondo una serie di dati macroeconomici sul mercato del lavoro americano che impediscono alla Fed di invertire la rotta in tema di politica monetaria, ecco una sintesi di questi indicatori dallo scoppio della crisi a oggi:
Che sia arrivata per la Fed l’ora di una guida più “realista” ? Spesso l’ottimismo di Bernanke ci è parso davvero fuori luogo, qualche anno di “sobrietà” potrebbe fare bene alla Federal Reserve, quindi agli USA, quindi anche a noi.
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