Nonostante tutti i tentativi della Federal Reserve, non ci sono segnali di inflazione negli Stati Uniti, ed è esattamente quello che sta facendo sudare freddo tanti “super-esperti” di economia
“Un aumento di massa monetaria nel sistema porta ad una crescita del livello di inflazione”, ecco la più grande bugia macroeconomica degli ultimi anni. Abbiamo visto così tanti casi di iperinflazione (anche qui in Italia) che ora alcuni economisti sembrano essere confusi, passano nottate a sfogliare improbabili libri di saggi del passato, senza venirne fuori: ma perchè diamine non è apparsa questa inflazione ?
Diamo un’occhiata al tasso reale di interesse sul bond a 10 anni USA:
Il tasso reale, per chi masticasse poco il gergo finanziario, è dato dalla differenza tra il tasso nominale (ovvero quello ufficiale scritto sulla cedola) e il tasso di inflazione di riferimento.
Come vedete, siamo di fronte forse ad uno dei grafici più importanti degli ultimi anni, in quanto ci sta esattamente dicendo che, per la prima volta dall’inizio della crisi economica, il tasso reale a 10 anni (negli USA) sta crescendo. Cosa significa ?
Dato che l’inflazione risulta essere stabile (addirittura in fase leggermente calante), la crescita del tasso reale indica semplicemente una crescita del tasso nominale.
Commenteremo ancora questo grafico, in quanto ci spiega molto bene anche molte altre cose, tra cui ad esempio l’andamento recente dei mercati valutari e dei mercati obbligazionari extra-statunitensi. Per ora concentriamoci solo sull’assordante assenza dell’ospite d’onore: l’inflazione.
L’inflazione manca, ma perché ?
Ve lo diciamo noi perché: non si può trattare l’inflazione come se fosse un fenomeno intrinseco. Non si può dare per scontato un movimento dell’inflazione verso il basso o verso l’alto a seconda delle artificiali politiche di chi ci comanda, dai politici ai banchieri. L’inflazione, in un paese con un’economia repressa, farà molta fatica a ripartire, in quanto essa si basa soprattutto sulle aspettative di prezzo di tutti gli agenti economici, dai grandi sapientoni economisti al cittadino che crede che l’inflazione sia una specie di malattia dei polmoni. Se la maggior parte degli agenti economici sa di essere in un’economia repressa, non si aspetterà mai un aumento dei prezzi, perchè, banalmente, sa benissimo che in questo modo nessuno venderebbe più nulla. Ad aggravare il tutto, tende ad aumentare, nei paesi più ricchi (purtroppo in Italia non possiamo permetterci più nemmeno questo) la propensione al risparmio. Se io risparmio di più prevedendo una spesa maggiore domani, e questa spesa maggiore alla fine non si verifica, ho privato l’economia del mio consumo che avrei sostenuto in condizioni normali. È chiaro quindi che così facendo (è un comportamento perfettamente razionale) ho contribuito al rallentamento delle vendite di qualcun altro, e quindi, moltiplicando questo processo per ognuno di noi, al rallentamento generale dell’economia (quindi dei prezzi). Non possiamo pensare che una maggiore liquidità porti direttamente e sempre ad un maggiore livello di inflazione, perchè è provato che i canali monetari attraverso i quali questa liquidità arriva nella cassa della commessa del supermercato o in quella del salumiere sono tutt’altro che efficienti ! La maggior parte della nuova liquidità che la FED ha messo in circolazione, non a caso, è rimasta intrappolata nei mercati finanziari, che infatti ora stanno crescendo.
Ma non preoccupatevi, quei soldi non possono rimanere intrappolati nella ragnatela della finanza per sempre, poiché anche il ricco miliardario proprietario di un grande fondo di investimento dovrà consumare. Diciamo quindi che il sistema finanziario sta rallentando con la sua potente forza di attrito l’affluenza del denaro stampato dalla FED nell’economia reale, ma non ha alcun mezzo per impedirla. Conseguenze: l’inflazione è molto poco reattiva (ma tornerà lentamente a crescere, alla faccia dell’iperinflazione) e l’economia cresce a tassi sostenibili, cosa potrebbero volere di più negli USA ?
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