Auguriamoci soltanto che Wall Street corregga verso il basso il più presto possibile, perché più questo ribasso viene rimandato, più sarà doloroso
(ripubblicazione articolo del 3 marzo 2015)
No oggi non parliamo di bolle speculative, dati sul mercato del lavoro, P/E troppo elevati o altro. Oggi parliamo semplicemente di una delle correlazioni più semplici da studiare: quella tra l’S&P 500 ed i “junk-bond” USA.
L’ultimo incremento dei rendimenti dei junk-bond (ovvero i titoli obbligazionari a rendimento maggiore presenti sul mercato e aventi rating medio-basso) che abbiamo visto dall’inizio del 2014 va interpretato come un chiaro segnale per il mercato azionario:
(Zero Hedge)
Ora, quella divergenza va interpretata come un elastico. Più l’elastico viene tirato, più il movimento che effettuerà una volta rilasciato sarà ampio.
Qualcuno potrebbe erroneamente dire che, sulla base di questo grafico, l’S&P 500 sia destinato a toccare quota 1.600 punti, ma non è questo il messaggio che vogliamo dare.
Non è infatti detto che le due linee tornino a toccarsi (non è sempre stato così), la regola che viene sempre rispettata, tuttavia, è che le linee devono seguire lo stesso trend.
È dal 2014 che i junk-bond stanno indicando un ribasso del mercato azionario USA, ma da allora abbiamo visto solo prezzi record a Wall Street.
Prima o poi, però, l’elastico verrà rilasciato, ed è meglio che questo avvenga subito per limitare i danni.
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