In attesa di un cigno nero, Wall Street è chiaramente conscia del fatto che la salita degli ultimi anni sia stata molto lunga, forse troppo
È iniziato un nuovo mese ed è dunque il momento di aggiornare i nostri calcoli sull’indice Dow Jones per cercare di decifrare il futuro di Wall Street.
Innanzitutto, una certezza: a febbraio non è arrivato il segnale di vendita più affidabile tra quelli che riportiamo normalmente, con il Dow Jones ben al di sopra dei 15.500 punti.
Per marzo, una chiusura al di sotto dei 15.400 punti sarebbe un forte segnale di vendita:
Il grafico precedente utilizza dati mensili.
Usando dati settimanali, vediamo come l’indice riesca ancora ad affiorare al di sopra dell’Exit Long (linea verde). Quando le cose si mettono male, di solitio, l’Exit Long diventa una soglia invalicabile:
L’indice Stocknizer 2 (linea blu) ci dice due cose ben distinte.
Su base mensile vediamo che il potenziale di discesa del mercato è ancora ampio (se confrontato con la bolla dot-com e con quella dei sub-prime):
Su base settimanale, invece, vediamo che sembra essere appena iniziato un rimbalzo:
Dovreste quindi avere un’idea già abbastanza chiara del futuro.
I nostri target sono illustrati nei grafici seguenti:
In assenza di cigni neri, il Dow Jones si è accomodato tranquillamente sul nostro “median target”. Ci pare chiaro che gli operatori siano molto incerti sul futuro.
Ma il rimbalzo di breve periodo sembra essere iniziato, e noi vediamo possibile un balzo sopra i 17.000 punti, anche se dubitiamo che questa situazione possa durare (vedi Stocknizer 2 mensile):
Dunque riassumendo: il trend primario sembra essere cambiato, ma adesso c’è uno spazio di rimbalzo almeno nel breve periodo.
Leggi il disclaimer di Sokratis
Il fatto che le banche centrali hanno mistificato tutto, adesso tutto è fuori dai fondamentali e drogato da liquidità e tassi negativi non ci permette di affidarci piu’ di tanto dei grafici passati
Situazione in cui puo’ succedere di tutto, anche qualche movimento che nel futuro ‘ lontano potrà essere visto come esempio per una casistica avveratasi proprio in questi mesi e mai accaduta prima…
Se non parte un QE USA a mio parere non c’è strada di rialzo per USA
Senza buyback oramai non si va da nessuna parte
Dati buoni possono far crescere le borse per poco ma piu’ di tanto non si va…
Disoccupazione USA ai minimi, ricordiamolo e composizione occupati empia di precari, part time e sottopagati.
Non sottovalutiamo l’Arabia…. e Teheran…. questi non “s”pompano facilmente….
Capisco gli argomenti di coloro i quali sostengono che le banche centrali stiano creando una crisi senza precedenti, ma a me non è mai andato giù il mantra del “questa volta è diverso”, io credo che, anche in scenari così apparentemente estremi, nessun banchiere centrale abbia ancora il potere di piegare le leggi della statistica (scienza che, comunque, statisticamente sbaglia). Staremo a vedere
Su Teheran sì, è probabilmente una mina vagante. Ho l’impressione che il mercato petrolifero non sia ancora in grado di valutare il termine delle sanzioni, e da questa valutazione futura forse dipenderà una potenziale guerra da qualche parte in medio oriente
Si ma in caso di guerra i paesi Opec diminuirebbero la produzione per continuare la loro di guerra, quella che continuerà finchè non schiatteranno gli estrattori USA connew technology frantumaterreni
potenziale guerrà sì… farebbe aumentare il prezzo petrolio (e i morti di cui si prenderebbero le responsabilità quegli schifosi).
Ma poi L’Opec interverrebbe per pompare di + e ricalmierare i prezzi per fare la sua di guerra, contro le società estrattive della new technology frantumaterreno USA.