Una cosa è certa: più Wall Street ritarda il proprio crollo naturale, più la prossima ondata di vendite farà male, e l’incubo di un nuovo 1987 cresce
Lunedì 19 ottobre 1987, il trader medio che si sveglia la mattina in Europa, ben consapevole che quel mese di ottobre era iniziato con il piede sbagliato in borsa, desidera, come non mai, di trovarsi all’interno di un incubo.
Le borse asiatiche, in particolare quella di Hong Kong, crollano. Quelle europee si adeguano, ma il piatto forte arriverà il pomeriggio di quel lunedì nero.
Ore 15:30 (in Italia), apre la borsa americana. L’indice Dow Jones apre in linea con il resto del mondo, ma il tracollo, con il passare delle ore, si appesantisce.
Quel giorno, il Dow Jones perde in una sola seduta il 22,61%, una cosa mai vista nella Storia.
Un grafico da brividi:
Ora, come mai vi parliamo del famoso lunedì nero ?
La nostra intenzione non è quella di costringere tutti i lettori ad un ripassino storico, ma quella di mettere in guardia chi ci legge:
Wall Street non ha corretto al ribasso da troppo tempo, e le ultime tre volte che questo è accaduto sono state: 1987 (lunedì nero), 1997 (in un pre-bolla dot-com) e 2008 (crisi dei sub-prime e fallimento di Lehman Brothers).
Temiamo che, tra non molto, anche noi ci alzeremo la mattina trovandoci in un nuovo “giorno nero”. E questo è il minimo che possiamo aspettarci dopo l’ultima corsa di Wall Street. Tenete presente che l’economia statunitense uscì bene dal crollo dell’87, ma un ulteriore ritardo di questa correzione al ribasso ci avvicinerebbero ai livelli del 2000 e del 2008, e in quel caso, allora, si salvi chi può.
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