Il rapporto prezzo/utili medio atteso è certamente superiore alla media a Wall Street, ma in passato abbiamo visto rapporti più elevati
(ripubblicazione articolo del 16 giugno 2015)
Che chi vi scrive sia scettico per quanto riguarda l’entità della bolla azionaria a Wall Street, è una cosa che non dovreste scoprire oggi se ci leggete con una certa regolarità (la vera follia è sicuramente a Shanghai in questo momento), e ora vedremo un paio di numeri insieme.
Parliamo di rapporto prezzo/utili a 12 mesi (dunque il denominatore, gli utili, è un dato non effettivo ma pronosticato). Prendendo l’S&P 500, tale rapporto risulta essere pari a 16,8. Questo dato è superiore alla media degli ultimi cinque anni (13,8) ed a quella degli ultimi dieci anni (14,1). Non vi è dunque alcun dubbio sul fatto che molte azioni siano sopravvalutate, questo non possiamo assolutamente negarlo.
Tra “sopravvalutazione” e “bolla finanziaria”, però, c’è una bella differenza.
Analizzando gli ultimi tre cicli finanziari dell’S&P 500 (in due casi su tre abbiamo avuto una bolla, nel 2000 e nel 2008), vediamo che la borsa deve salire ancora prima di entrare in bolla:
Facendo un calcolo, ad occhio, mantenendo fisso il denominatore (dunque gli utili attesi), l’S&P 500 può ancora teoricamente salire di circa 700-800 punti, e allora sì che saremmo in bolla.
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