Ed ecco un’altra prova di quello che andiamo dicendo da giorni e che tanti blog di finanza faticano a vedere: il vero “motore” del ribasso di Wall Street non è la Federal Reserve, ma la Bank of Japan; un’analisi dell’andamento dell’indice Nikkei dimostra questa impressione
Per quanto il potere finanziario in mano alla Federal Reserve e alla sua presidente Janet Yellen sia davvero enorme in questa fase storica, in tantissimi sono caduti nel tranello di dire che la correzione attualmente in atto a Wall Street dipenderebbe unicamente dal tema del tapering americano.
Non è così, o meglio, il tapering USA sta distruggendo da mesi (cioè da molto prima del suo inizio) i mercati emergenti che hanno goduto di quella spaventosa montagna di Dollari creati dal Quantitative Easing americano, ma Wall Street non sta scendendo per questa ragione.
Dobbiamo riconoscere al Financial Times il merito di aver anticipato tutti su quello che è il tapering che spaventa davvero i mercati: quello del Giappone (come potete vedere in questo articolo).
Non a caso, con l’annuncio della BOJ in cui si parla di un “possibile rallentamento del programma di acquisto di bond (QE)” l’indice Nikkei ha perso più del 10% dall’inizio dell’anno:
La correzione è così pesante che ha scaraventato i mercati giapponesi in uno scenario di “risk off” in cui gli investitori cercano di includere nei propri portafogli degli asset a basso rischio, aspettando che il mercato azionario si stabilizzi.
Il risultato ? Bye-bye azioni e Hello obbligazioni:
Poi sì, potete vedere nella crisi attuale tantissime sfumature che evidenziano altri grossi problemi dell’economia mondiale. La grana della Cina, in particolare, è davvero un pericolo pubblico per tutti:
Facciamo dunque una distinzione importante: quando parliamo di crisi dei mercati emergenti dobbiamo pensare al tapering USA come causa, ma quando si parla dell’attuale correzione di Wall Street la prima cosa che deve venirci in mente, adesso, sono i rischi di inversione di marcia nella politica monetaria espansiva della Bank of Japan.
Poi, un giorno, quando meno ce l’aspetteremo, anche il sistema finanziario cinese imploderà (succede quando si falsificano dati macroeconomici, quando il mercato del credito è uno schifo e quando c’è una bolla immobiliare di dimensioni bibliche), ma quella sarà un’altra storia.
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