A Wall Street si gioca a trovare analogie tra ciò che sta accadendo in borsa in questo periodo e gli avvenimenti del 2000 e del 2008, ma c’è un’importante differenza che non va trascurata
(ripubblicazione articolo del 15 giugno 2015)
Che il mercato abbia bisogno di una forte correzione al ribasso, è una verità che non tentiamo nemmeno di smentire; tuttavia, non è affatto detto che la prossima correzione sarà “letale” come nel 2000 e nel 2008.
Questa è la situazione attuale dell’indice S&P 500 (l’immagine è visibile in dimensioni maggiori facendo click qui):
Nel 2000, al picco della bolla dot-com, il 66% degli investitori dichiarava di prevedere un mercato in costante crescita negli anni a venire.
Nel 2008, al picco della bolla dei sub-prime, tale percentuale era pari al 55%.
Insomma, nel 2000 e nel 2008 la maggior parte dei trader non vedeva grossi rischi all’orizzonte per la borsa.
E oggi ? Al momento tale percentuale risulta essere pari al 25%. Paradossalmente, nei mercati finanziari questo “nervosismo” potrebbe essere una notizia ben migliore rispetto all’eccesso di ottimismo visto in passato. È infatti possibile che una correzione del 10-20% riporti tanti trader a considerare conveniente investire a Wall Street, scongiurando l’inversione di tendenza in stile 2000 o 2008, almeno fino al prossimo “cigno nero”.
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