Come ciclicamente accade, in Italia si torna a parlare del fantomatico “spread”, e stavolta la scusa sarebbe il presunto timore dei mercati sull’esito del referendum costituzionale
La notizia, l’avrete sentita, è questa:
(Bloomberg)
Lo spread tra i titoli di Stato decennali italiani e spagnoli è sceso in area negativa o, se preferite, il rendimento del Btp ha superato quello del Bonos spagnolo sulla stessa scadenza.
Da dove viene questo sorpasso? Facciamo delle ipotesi:
1) chi investe è preoccupato dalle conseguenze economiche dello stop alla riforma costituzionale voluta dal governo Renzi
2) la Spagna si trova ad avere prospettive economiche migliori rispetto a quelle dell’Italia
3) Renzi ha minacciato di dimettersi se dovessero vincere i “no” al referendum
Ora, il punto 1 è ridicolo. Andate a prenderci 100 investitori singoli e chiedetegli: a) come funziona la legge elettorale in Italia e, se sopravvive alla prima domanda, b) come verrebbe modificata la Costituzione se al referendum vincessero i “sì”. Noterete come, in fondo, l’investitore medio non abbia poi una grande conoscenza (né un grande interesse) sui temi costituzionali italiani.
Il punto 2 fa ancora più ridere, nemmeno lo commentiamo (in Spagna il tasso di disoccupazione è ancora al 20%, non scherziamo su).
Il dramma è che la spiegazione più logica riguardo a ciò che sta avvenendo sui mercati sembra stare nel punto 3. Renzi, genio politico moderno, ha pensato di fare lo stesso identito errore di Cameron nel Regno Unito. Se vince la mia linea bene, altrimenti mi dimetto.
Ma in Italia dovremmo sapere, più o meno tutti, che Renzi ha già ritrattato queste affermazioni. È palese, per noi italiani, che Renzi non arriverebbe a rassegnare le dimissioni se vincesse il “no” al referendum, vi basta vedere i titoli dei giornali negli ultimi 2 mesi.
La nostra idea, però, è che questa informazione non sia altrettanto nota al di fuori dell’Italia. Leggete questo articolo di Bloomberg, ad esempio. Ciò che traspare da questo post è che se Renzi dovesse perdere il referendum (cosa data addirittura per scontata dal personaggio intervistato da Bloomberg), sarebbero dimissioni sicure.
Per questo, a nostro parere il rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato italiani è dovuto soprattutto ad un forte timore proveniente da investitori stranieri, non perfettamente al passo con la politica italiana.
Il Renzo Mattei dichiarò che si sarebbe dimesso in caso di sconfitta a suo tempo quando, forte degli 80 euro elargiti ai votanti aveva visto i sondaggi a suo favore.
Poichè il cavallo ha ancora fame, il popolo comincia ad avere sempre meno fiducia visti i dati schifidi italiani (con petrolio basso, QE a valanga ed Euro a 1 su dollaro).
Visti i sondaggi che lo danno sconfitto il “furbone” si è visto bene dal ritirare la sua promessa.
Uomo di machiavellica memoria… il fiorentino ha studiato da Niccolò oltre che da Berlusca prima di sbaragliarsi dei nemici e salire al governo non votato.
Penso che in Italia tutti, dal salumiere all’amministratore delegato, si aspettassero un dietrofront di Renzi. È per questo che la reazione dei mercati mi lascia piuttosto basito
correggo: si è visto bene dal “confermare” la sua promessa. Ovvero non si dimette piu’.
P.s. il Renzo ha chiesto 0,4% in + di stradeficit per Terremoto e Immigrati (chiede 0,4 per avere 0,3 ovviamente).
L’UE darà +0,3 come al solito.
Chiedo: qualcuno crede davvero che questi 6 miliardozzi li useranno tutti per i terremotati e immigrati ?!?