La Crisi Greca Sta Annullando L’Effetto Del QE Sui Mercati

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Non sappiamo quanto la crisi tra Atene e Bruxelles possa andare avanti, ma una cosa è certa: per ora i problemi greci hanno frenato l’effetto del QE sui mercati

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(ripubblicazione articolo del 23 giugno 2015)

Negli Stati Uniti, il QE ha spinto da subito la borsa in un forte trend rialzista culminato con nuovi record storici assoluti, e lo stesso vale per Regno Unito e Giappone.

Ma dato che in Europa ci piace distinguerci, noi stiamo tentando di sabotare questo meccanismo con quella “piccola grana” rappresentata dalla Grecia.
Il QE europeo è iniziato a marzo, e le borse europee hanno già perso tutto lo sprint iniziale:

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Ora, la crisi greca non può andare avanti per sempre. Qualcosa di “traumatico” deve succedere, prima o poi. Chiamiamolo Grexit, default, inserimento di un sistema a doppia valuta, non importa: qualcosa di importante succederà ad Atene, questo è poco ma sicuro.

Dopodiché, una volta “risolta” tale crisi (le virgolette sono d’obbligo, Cipro docet), non dovrebbero più esserci limiti particolari alla corsa dei mercati finanziari, almeno fino al termine programmato del QE, che per ora è settembre 2016.

C’è solo da sperare che Wall Street non crolli nel frattempo, altrimenti avremo un nuovo ostacolo “leggermente più grosso” della crisi greca.

 

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5 Comments on "La Crisi Greca Sta Annullando L’Effetto Del QE Sui Mercati"

  1. Avevo detto che il modo di fare compiacente dei mercati non era buon segno.
    Di fatti senza pressione… i risultati si vedono.

    Ancora 1 settimana di possibilità per i mercati di piangere… magari con un capitombolo entro il 30 giugno…. e non è piu’ detto che se lo faranno le cose cambieranno secondo il loro volere…. potrebbe già essere troppo tardi (stratagemmi contabili e procedurali a parte)

    ma tentar non nuoce…

    • Personalmente credo che se i mercati europei non crolleranno (del tipo -4/5% in un giorno) lunedì (e senza un rimbalzo martedì), allora non crolleranno più per i casini di Atene, vedremo dopodomani

      • Beh, non dimentichiamoci che nell’ultima settimana il Fuzz(ie) mib è aumentato del 5%. Quando ancora non si considerava l’eventualità di default.

        Ergo un -4-5% non farebbe altro che tornare alla situazione di una settimana fa.

        E non è quindi da considerare un evento drammatico per gli indici (al di là che i TG sono pronti a fare titoloni del tipo Crolla la borsa…. ma come crolla la borsa, siamo tornati sui 22000 della scorsa settimana quando voi giornalisti non avevate neanche fiatato!).

        Crollo è un altra cosa cari giornalisti…

        • -4/5% per un indice di borsa a grande capitalizzazione in un solo giorno è un crollo, e si fidi di me che non sono e non sarò mai giornalista, ma investitore

          ho poi specificato “senza rimbalzo martedì”, cosa che implica una correzione del 5/10% in una settimana (dunque tra lunedì e venerdì)

          se si aspetta un -20% in stile Dow Jones alla fine degli anni Ottanta, allora le dico già io che non succederà (il default è della Grecia, non della Germania) e si metta pure l’anima in pace

          • Beniamino | 28 giugno 2015 at 17:51 |

            certo non mi riferivo a lei ma ai titoloni dei tg. L’articolo è corretto. Pero’ è chiaro che un -5% a noi investitori che siamo entrati a prezzo medio carico diben altro valore + basso ci fa un baffo.
            Ci toglie soltanto il gain di 1 settimana.
            E’ se questo è quello che tutti volevano far passare per “tragedia greca!” allora benvengano le tragedie greche per i malpagatori cicaleggianti!
            Invece penso che il problema non sia tanto un -20% che come dice lei effettivamente non accadrà.
            Ma un -20% “dilazionato” con la risalita perenne “QE” cui diremmo bye bye! In pratica si andrà di scossone volatile in scossone, come Lehman, aldilà di quel che dice Mr. Padoan.

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