No, Il QE Non Causerà L’Iperinflazione

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Ogni tanto è necessario ripetere dei concetti, se leggete in giro presunte analisi nelle quali si pronostica l’esplosione dell’iperinflazione da QE negli USA o in Europa, non fatevi fregare

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L’esplosione dell’iperinflazione sarà sempre vista come l’incubo peggiore per i consumatori di tutto il mondo. L’iperinflazione è esistita (pensate alla Repubblica di Weimar), esiste (pensate all’Argentina ed al Venezuela) ed esisterà (pensate ad una Grecia fuori dall’euro), ma questo non vuol dire che sia necessario vedere il rischio di iperinflazione in ogni angolo della casa.

Se qualcuno vi dice che l’iperinflazione sta per arrivare negli USA e in Europa in seguito al QE, essendo questa persona un consumatore come voi, ci sono solo tre motivi per cui dovrebbe farlo:

1) Clamore giornalistico, titoli clamorosi richiamano click clamorosi

2) Speculazione, a volte chi scrive possiede oro e non vede l’ora di lucrare sull’iperinflazione o, meglio, sulla paura dell’iperinflazione

3) Difficile rapporto con il programma universitario del primo triennio di economia

Del resto, il mercato ha capito questo meccanismo da alcuni anni:

gold_monthly_chart_1999_March_2015

Con la prima tranche del QE negli USA il prezzo dell’oro ha cominciato a crescere su volumi enormi.

Idem per quanto riguarda la seconda tranche del QE americano.

Quando poi è incominciata la fase più importante del QE della Fed, la numero tre, il mercato si è posto una domanda: “Sono anni che aspettiamo un’esplosione dell’inflazione, eppure questa continua a scendere, non è che abbiamo sbagliato i conti ?” e da lì l’oro ha smesso di salire.

Le aspettative di inflazione, ovvero il principale motore del prezzo dell’oro, si sono fermate:

TNX_GOLD_TIP_1999_March2015

Non state dunque a sentire l’opinione di presunti analisti sul prezzo dell’oro, impiegate il vostro tempo in maniera migliore: prendete un grafico del prezzo dell’oro, analizzate gli ultimi avvenimenti macroeconomici mondiali e chiedetevi se, a vostro dire, la storiella dell’iperinflazione da QE sia almeno verosimile o no.

Pensate bene alla risposta che darete, ma tenete presente che il mercato ha le idee ben chiare sulla vicenda dal 2010.

 

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3 Comments on "No, Il QE Non Causerà L’Iperinflazione"

  1. Che non vi sia iperinflazione nell’economia, è fuor di dubbio. Cosi come è altrettanto fuor di dubbio che il QE non ha riguardato l’economia reale (vedi Usa in recessione, Giappone, ecc.), bensì solo la finanza.
    La finanza, appunto: Wall Street ai massimi storici, Nikkei alle stelle, Cina dove si sta registrando un impennata di apertura di conti per fare trading (aperti dala popolazione meno acculturata, specie finanziariamente parlando) con lo Shanghai Composite che si spara 100% di crescita in 12 mesi, Hong Kong idem, Europa che si appresta a seguire il carrozzone (Dax e Ftse Mib); insomma, questa si che è iperinflazione!

    Senza contare le riserve presso la FED, miliardi su miliardi ancora in attesa di allocazione.

    Grazie e buon lavoro
    Luca

    • Aiutare “solo” la finanza è quasi impossibile, anche solo per il fatto che le stesse persone che investono hanno necessità di consumare. Capisco comunque il suo ragionamento, è innegabile il fatto che gran parte del QE abbia spinto il settore finanziario a livelli iperbolici rispetto a quanto visto in quello “reale” (le virgolette sono d’obbligo, non è che la finanza si basi solo sulla follia di chi investe). C’è però una variabile che non possiamo dimenticare: il tempo. Mi spiego: con la gigantesca crescita della base monetaria mondiale, ho l’impressione che vivremo in un mondo influenzato dal QE per decenni. Ipotizzando che nessuna grande banca centrale riduca la massa monetaria ai livelli pre-crisi (cosa non così improbabile), guardare al QE come ad un’operazione di lungo periodo diventa un obbligo. Può darsi, ad esempio, che tra 10 anni l’effetto del QE si trasmetta anche all’economia “reale”, così come può darsi invece che, tra 15 anni, la prossima grande crisi economica mondiale venga causata proprio da questo QE. “Ai posteri l’ardua sentenza” direbbe qualcuno, ma sul giudizio di breve-medio periodo del QE sono d’accordo con lei (anche il caso del Regno Unito si presta bene ad un’analisi, alcune settimane fa abbiamo pubblicato un post sulle problematiche non risolte dal QE nel mondo del lavoro). Il ciclo economico di questi anni non è ancora completo, la parola fine a questo discorso verrà messa soltanto dai fatti.

      Buona domenica Luca

      • Ottimo spunto, quello legato al QE infinito: può darsi che la strada sia quella (Anche perchè se la Yellen non alza i tassi, allora lancia il QE 4), ma a questo punto vien da domandarsi per quanto tempo si possa andare avanti cosi. Ormai tutti stanno svalutando, tutti tagliano i tassi, tutti stampano denaro dal nulla. Io non credo che questa Currency War, per dirla con James Rickards, possa durare a lungo: o vedremo un grosso storno generale, oppure l’inflazione farà il lavoro sporco.
        Uno dei grafici più significativi di questi anni è quello della crescita dell’S&P 500 con e senza calcolo dei buybacks azionari: senza di essi, l’indice non avrebbe mai visto il rally vissuto dal 2009 ad oggi.
        Buona domenica anche a Lei

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